«È una doppia presenza che ci rende orgogliosi – spiega Marta Donzelli, Presidente della Fondazione CSC – anche perché sintetizza bene la doppia anima, sempre più in dialogo, di un’istituzione che ha nel proprio statuto tanto la conservazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio storico del cinema italiano, attraverso la Cineteca Nazionale, quanto la formazione dei cineasti di domani, grazie alla Scuola Nazionale di Cinema.
Pasolini è una figura centrale per la cultura italiana ed europea, e siamo felici che nell’anno del suo centenario gli omaggi che in tutto il mondo gli saranno dedicati prendano le mosse da un Festival come quello di Berlino con cui Pasolini ha avuto un rapporto molto intenso, testimoniato dall Orso d’argento per Il Decameron nel 1971 e dall’Orso d’oro per I Racconti di Canterbury nel 1972».
La prima mondiale del restauro digitale (4K) di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (1962), realizzato da CSC – Cineteca Nazionale a partire dai negativi originali 35mm e dalla colonna ottica messi a disposizione da RTI-Mediaset in collaborazione con Infinity+ e Cine34, «inaugura – spiega Alberto Anile, Conservatore della Cineteca Nazionale – l’anno del centenario di Pasolini con uno dei suoi film più belli e struggenti, quello in cui l’autore di Accattone incontra la protagonista di Bellissima. Mamma Roma è una condanna del razzismo classista e insieme dell’individualismo di un sottoproletariato che aspira egoisticamente alla piccola borghesia, in un racconto imbevuto di riferimenti pittorici e di sacralità. Ma è anche una delle interpretazioni migliori della Magnani, mater dolorosa stretta nella morsa tra calcolo e sentimento, condannata alla tragedia dalle ambizioni con cui vorrebbe riscattare suo figlio e se stessa. Il nostro restauro ha fra l’altro recuperato pazientemente tutti i frammenti che nel tempo si erano perduti, colmando piccole lacune e scoprendo modifiche arbitrarie, così da riportare per la prima volta il film alla forma, integra e smagliante, che aveva alla sua prima uscita in sala».
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