Finalmente! Dopo oltre un anno dal debutto statunitense (fu uno dei film di debutto della piattaforma), arriva anche da noi l’atteso film natalizio Noelle. La pellicola inizialmente doveva uscire sul grande schermo ma è stata dirottata su Disney+ per rafforzare i contenuti originali ed esclusivi per il nuovo fulcro audiovisivo della Casa di Topolino. Arriva giusto in tempo per il mese di dicembre, periodo dedicato al Natale, allo spirito natalizio che culminerà con l’annuale celebrazione del 25 dicembre. Si tratta di un lungometraggio natalizio con protagonisti Anna Kendrick, Bill Hader e Shirley MacLaine.

Il manto di Babbo Natale si tramanda ormai de generazioni nella famiglia di Kringle. A succedere a loro padre tocca ai figli Noelle e Nick. Quest’ultimo è il successore, l’erede diretto, essendo maschio, ed è costretto a portare il fardello di icona natalizia per eccellenza. Noelle invece, essendo femmina, ha il compito di preservare lo spirito natalizio e aiutare suo fratello nel compiere la sua missione. Tuttavia, Nick non ha mai desiderato diventare Babbo Natale, si sente schiacciato dalla pressione e non riesce ad incarnare il pesante ruolo. Perciò, incoraggiato per errore dalla sorella, Nick scappa dal Polo Nord mettendo in crisi l’intero meccanismo natalizio. Toccherà a Noelle ricercarlo e infondergli tutto il coraggio necessario per l’impresa.

Questo nuovo lungometraggio natalizio è una sorta di mix di tante storie simili già viste. Da un lato assomiglia molto a Santa Claus, il seminale primo capitolo della trilogia con Tim Allen di cui Noelle nasce dagli scarti della sceneggiatura di un ipotetico quarto film, in cui viene tramandato il manto di Babbo Natale, tuttavia c’è anche una spolveratina della pellicola Elf. Ci sono tante analogie con quel film poiché anche in Noelle troviamo un protagonista stralunato, pieno di positività e di candore natalizio che dal mondo magico viene catapultato in quello degli umani e deve imparare a cavarsela da solo. La convivenza con il nuovo ambiente porta a situazioni divertenti, fatte di equivoci, e tale mutamento li porta ad una crescita personale. Certo, le storie sono molto diverse e anche gli spunti di partenza divergono, tuttavia ci sono numerose analogie. Noelle è quasi una fusione dei due.

Noelle ha tanti sprazzi interessanti e l’aura stralunata e bizzarra della protagonista, poco avvezza agli usi umani, fa strappare più di un sorriso. L’atmosfera natalizia permane in ogni scena e ci sono tutti quei crismi e cliché tipici per un film natalizio focalizzato su un pubblico di famiglie. Ci sono tanti buoni sentimenti e c’è lo spirito di comunione, di redenzione e sacrificio. Tuttavia a Noelle manca quel tocco di brillantezza, di originalità e di cattiveria per rendere il lungometraggio un classico delle feste e contraddistinguersi nella marea di prodotti di Natale. Il cambiamento di genere, figlio di neo movimenti femministi, offre un nuovo punto di vista ma non si rivela all’altezza delle aspettative. Dinamiche scontate con una risoluzione fredda, impalpabile e scontata. Sin dalle prime battute si evince la risoluzione finale e la storia non ha un climax empatico soddisfacente. Impalabile e senza emozione. Storia poco accattivante messa in scena solamente per dare risalto alla prospettiva femminile in cui la protagonista viene strutturata come se fosse una caratterista. Comicità quasi costruita su momenti, quasi a gag, con la storia che si concentra su situazioni carine, vecchia scuola, già viste e riviste in pellicole simili.

Il film è carino, divertente e si guarda con simpatia e affetto. Intrattenimento per famiglie ma non rimane impresso nella memoria. Non ci sono scene memorabili o aspetti che soddisfano appieno. Se non ci fosse stata la Kendrick, bravissima nel ruolo di stralunata, il film sarebbe stato un disastro assoluto. Ci sono tantissimi lungometraggi natalizi degni e questo si rivela interessante solamente per il cambio di genere, ma per il resto… calma piatta.

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