Continua l’adattamento seriale della BBC delle avventure del detective Cromoran Strike, nato dalla penna di Robert Galbraith (alias di J.K.Rowling). Come per i precedenti tre libri, anche Bianco Letale riceve il trattamento seriale da parte dell’emittente britannica. Se le prime tre sono state trasposte sul piccolo schermo come dei film tv, con due episodi cada stagione, quest’ultima è composta da ben quattro puntate dalla durata di circa 50 minuti ciascuna. Una scelta azzardata che effettivamente, a conti fatti, non si rivela del tutto azzeccata. Nonostante il romanzo giallo sia composto da ben 650 pagine, la serie dà una bella sforbiciata a tutti quegli elementi esterni alla trama principale. Il romanzo spesso si sofferma molto sulla vita privata dei protagonisti mentre l’adattamento si focalizza prevalentemente sul crimine, sull’investigazione. Tuttavia, non mancano scene intime, di introspezione, e il rapporto lavorativo-affettivo di Cormoran e Robin continua la sua evoluzione.

La trama di Lethal White è ambientata su varie epoche su intrighi che riguardano principalmente una nota famiglia politica britannica. Lo studio di Strike funziona a gonfie vele e, dopo il suo matrimonio, Robin torna a collaborare allo studio come socia. Improvvisamente, all’agenzia arriva un ragazzo disturbato con un coltello in mano che ha disegnato uno strano simbolo, che assomiglia ad un cavallo, sul muro della sala d’aspetto. Cerca Strike e gli rivela che da piccolo ha assistito all’omicidio di una ragazzina. Impaurito, scappa ma Robin e Cormoran si mettono sulle sue tracce e da li in poi inizia la loro indagine.

La serie ha ormai un cast consolidato, ben amalgamato che ha carisma ed offre un giusto mix di dramma e simpatia. Brillante e riesce a rendere con pochi gesti (e sguardi) la complessità dei loro personaggi. In particolare, questa storyline conferma il percorso di crescita di Robin che sta cercando di lasciarsi alle spalle il suo trauma giovanile di stupro. Sta facendo ordine nella propria vita e si sta focalizzando su quegli aspetti che la fanno star bene. Mette cuore e anima nell’agenzia e, per dimostrare di poter essere alla pari di Cormoran, si getta a capofitto, senza paura, in sotto coperture rischiose. Inoltre, oltre che mutare sotto il profilo lavorativo, Robin ha una notevole crescita anche dal punto di vista sentimentale in quanto apre gli occhi e capisce che il suo rapporto con Matthew è arrivato alla frutta. Riesce a trovare il coraggio che all’inizio della stagione non aveva e si libera da un matrimonio farsa. Accetta pienamente la sua vita e finalmente capisce qual è il tuo posto nel mondo. Sotto questo punto di vista, la crescita della co-protagonista, in questa stagione è ben strutturata e soddisfacente. Il suo rapporto con Matthew è snellito e la serie si concentra su scene cardine del libro. Il che è un bene poiché il giallo è intrigato e non lineare.

L’intrigo principale è fitto e complesso dal punto di vista narrativo. Ci sono tanti elementi che rischiano di ingolfare il ritmo e la pluralità di personaggi e situazioni non aiuta a scandire con dinamicità ed efficacia la storia. Difatti, la diegesi è macchinosa e l’indagine barcolla in modo grossolano tra una rivelazione. Non avviene in modo organico e ci sono numerose forzature. Il romanzo ha le stesse problematiche ed è il volume più debole delle indagini di Strike. L’indagine presenta numerose ostilità che però aiutano a variare situazioni già viste e perciò troviamo la nostra Robin nel centro dell’intera vicenda in quanto è la protagonista assoluta di questa stagione. In ogni situazione importante c’è lei al centro ed è colei che alla fine sbroglia la matassa. Essendo un prodotto seriale, quest’indagine si rivela perlopiù un percorso di crescita per la protagonista e perciò l’indagine è quasi un pretesto per portare avanti la sua evoluzione psicofisica in vista delle prossime avventure.

Narrativamente il giallo che non si rivela emozionante, ma freddo, senza palpitazioni o emozioni particolari. La storia non presenta quegli elementi investigativi utili a scoprire il colpevole che viene svelato in modo confusionario alla fine come colpo di scena. I punti di congiunzione non vengono connessi man mano che prosegue la vicenda, come ci si potrebbe aspettare da un buon giallo, ma avvengono quasi casualmente e raggiungono il culmine nell’ultimo episodio. Quindi da questo punto di vista, questa stagione si rivela insoddisfacente, lenta, macchinosa, dove la scelta di aumentare le puntate serve perlopiù a rimanere più tempo sui protagonisti che sono il vero cuore pulsante dell’intera opera. Robin e Cormoran sono il fulcro dell’intera serie e anche in questa nuova avventura la loro relazione è l’unico elemento soddisfacente. La loro dinamica e la loro relazione.

La quarta stagione della serie Strike non si rivela del tutto soddisfacente. Se presa per quello che è: un giallo; questo nuovo ciclo di episodi non offre spunti particolarmente interessanti e l’intreccio narrativo rimane congestionato da numerose dinamiche che l’ingolfano e rendono la storia poco comprensibile e godibile. Tuttavia, a soddisfare è la crescita della protagonista che raggiunge una maturazione interessante e ben caratterizzata. Le dinamiche tra Cormoran e Robin evolvono in maniera organica e il loro rapporto si conferma il punto di forza del prodotto. Bianco Letale è il libro meno riuscito della serie e tale difficoltà narrativa viene traslata anche nella serie tv che, nonostante l’opera di riduzione, non è riuscita a dare ritmo e scorrevolezza ad un giallo mal strutturato. Da guardare prevalentemente se fan dell’autrice e se avete letto i romanzi.

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