Domino del gigante del Cinema, Brian De Palma è un film che parte benissimo, ma che successivamente si perde nei soliti cliché proponendo una storia già vista, utilizzando un registro classico di messinscena che non giova alla godibilità (e alla vivacità) della storia.
Semi-disconosciuto dallo stesso De Palma, il lungometraggio ha avuto numerosi problemi durante la sua produzione; pertanto, tutte le lacune che emergono nel cut cinematografico sono visibili in modo lampante in sala. La sceneggiatura è abbozzata, scritta in modo grossolano e presenta numerosi momenti confusionari che non giovano all’intreccio narrativo. Il film vive di momenti, di alcune scene notevoli dal punto di visita registico/fotografico. Il primo atto parte molto bene e imposta una narrazione lineare con una storia dall’enorme potenziale; tuttavia, lo sviluppo è mal gestito e confusionario. Nonostante duri poco, il film, nella seconda parte, offre numerosi momenti di noia e non rende comprensibile alcuni snodi narrativi, in un’esile trama.
La storia ha un incipit accattivante. Un poliziotto cerca vendetta verso colui che ha ucciso il suo storico collega di lavoro. Nell’indagare scopre che il tutto ha un collegamento con delle cellule terroristiche islamiche europee che creano tumulti e attentati in Europa.
La sinossi è semplice, oscura e piena di suggestioni. Prende spunto dai classici buddy-movie americani, estremizzando il tutto e portando il partner all’estremo e in cerca di vendetta. Legami affettivi e figliali che vengono utilizzati per mettere in moto la storia. L’approccio dovrebbe essere oscuro e vendicativo, ma la trama vira verso stereotipi e intrecci stantii, scialbi e già visti.
La regia è classica, statica e con uno stile vecchia scuola che non aiuta alla godibilità della storia. Già lo script è disastroso e mal scritto, ma la regia non aiuta alla fluidità diegetica, spezzettando le scene in numerose inquadrature. C’è poca dinamicità in una storia statica. Vero che l’azione scaturisce dagli attori che agiscono nelle scene ma la staticità non giova in un film poliziesco. Seppur ben gestite e con i giusti campi, al film manca l’intensità e l’aggressività. Per essere una storia di vendetta mancano scene di grande impatto emotivo. Non c’è mordente.
Complessivamente, Domino è un lungometraggio deludente. Scritto in modo inadeguato e con una regia, purtroppo, non all’altezza, si conferma un film dimenticabile e senza privo di interesse. Ci sono pellicole nettamente migliori sulla vendetta e sul terrorismo islamico. Molto deludente e noioso. Peccato perché il primo atto prometteva bene e la storia, nel suo complesso, ha del potenziale. Sicuramente un’occasione mancata, anche perché racconta di una realtà attuale (seppur il film sia ambientato nel giugno 2020).
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