L’enorme successo ottenuto da Your Name ha messo sotto i riflettori tutto il lavoro artistico di Makoto Shinkai, che in precedenza non aveva goduto di un degno trattamento in Italia, a livello di adattamento come di distribuzione. Ne beneficia in questo periodo il suo secondo lungometraggio, 5 cm al secondo, proiettato in origine nel 2007 e ora distribuito in sala, per la prima volta in Italia, da Dynit e Nexo Digital. Atipico per brevità (poco più di un’ora), racconta tre storie separate dal tempo ma incentrate su un protagonista, Takaki. L’altro filo conduttore tra le tre storie, nonché tema prediletto di Shinkai, è la distanza tra gli esseri umani, con tutte le conseguenze sulle relazioni umane.
In dodici anni si è ormai detto tutto di questo film. Tuttavia, in occasione della sua riproposizione nel luogo che più gli compete, diventa ancora più evidente il dualismo che lo caratterizza. La bellezza visiva dell’opera di Shinkai risalta appieno sul grande schermo. Forme, colori, composizione del quadro, tutto è talmente curato ed elegante che relegarlo agli schermi domestici è senz’altro una scelta infelice.
In contrapposizione con la magnificenza visiva abbiamo la semplicità delle vicende narrate. Shinkai si è sempre distinto per le sue opere basate sul sovrannaturale; in 5 cm al secondo, a differenza della maggior parte di queste opere, sceglie un approccio marcatamente realistico. Nel film l’amore non viene visto come un’immutabile e infinita forza che trascende il tempo e lo spazio, bensì come un sentimento che, per quanto intenso, può esserne intaccato anche in maniera significativa.
Non a caso il film vede spesso la presenza di mezzi di trasporto e vari veicoli: oggetti che si muovono nello spazio a distanze enormi e coprendo percorsi sconfinati. Le stesse traiettorie dei mezzi procedono inesorabili come lo scorrere del tempo, agente trasformatore di tutta la realtà. Anche per questo la riproposizione in sala di 5 cm al secondo, a distanza di tanti anni, ha importanza; perché permette di osservarlo e giudicarlo sotto una nuova luce, tenendo conto dello scorrere del tempo. Al contrario dei rapporti umani sviluppati dal suo protagonista, il film di Shinkai non ne è stato afflitto.
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