Continua il progetto filmico seriale teen horror di Netflix con la seconda parte della trilogia Fear Street. Questa volta, il focus centrale della storia è ambientato nel 1978 e ci presenta una storia ambientata in un campo estivo.

L’inizio del film riprende da dove eravamo rimasti con il precedente capitolo. Troviamo i due fratelli Deena e Josh contattare l’unica superstite del massacro del 1978 per cercare di capire come fermare il marchio malefico della strega Sarah Fier. La donna racconta la sua storia e parla di come ha quasi sconfitto la maledizione. Quindi dal 1994 veniamo catapultati al campeggio Nightwing nel 1978.

Il campo estivo

La seconda parte è ambientata totalmente all’interno del campeggio Nightwing, un ritrovo estivo per giovani provenienti dalle due cittadine rivali Shadyvale e Sunnyvale. È stato il luogo di un efferato massacro nel 1978 che nel primo capitolo viene ampiamente citato dai giovani protagonisti.

FEAR STREET PART 2: 1978 – Cr: Netflix © 2021

Assistiamo all’intera vicenda e, prima della furia omicida, nella storia troviamo le classiche situazioni ambientate in un campeggio come: bullismo tra gli adolescenti, giovani animatori libertini e fumati, sfide e feste in mezzo al verde, amori estivi, etc. Quindi, dal punto di vista ambientale, la storia attinge ad uno stereotipo classico statunitense per condire una storia horror e omaggiare il cult Venerdì 13.

Inoltre, questa storyline passata si presta molto bene per allargare la mitologia diegetica in quanto presenta un luogo immerso nella natura, non ancora contaminato, che è perfetto per introdurre la storia finale della strega Sarah Fier. Difatti ci sono ambienti naturali rurali allargati con tanto di “casa della strega” con un pentacolo satanico.

La storia di due sorelle

Se nella prima parte trovavamo il rapporto tra fratello e sorella, in questa secondo capitolo troviamo come protagoniste due sorelle: Ziggy e Cindy. Le due non vanno d’accordo e hanno una vita famigliare complicata. Sono una l’opposta dell’altra e si scontrano parecchie volte.

Ziggy, la più giovane, è ribelle e non le piacciono le restrizioni. Viene presa di mira da un gruppetto del campeggio e subisce atti di bullismo. Tuttavia risponde ai soprusi con azioni estreme, in stile “Occhio per occhio”, che rischiano di farla espellere dal campo. Fatica ad integrarsi con altri ragazzi del gruppo e l’unica persona che l’ha presa in simpatia è Nick Goode, personaggio che abbiamo già incontrato da adulto nel 1994 come capo della polizia.

Cindy è molto più docile, quasi remissiva. Sogna di abbandonare definitivamente la cittadina e non vuole perdere il suo lavoro al campo estivo in quanto unica sua fonte di reddito. Ha un fidanzato, Tommy, che anch’esso lavora al campeggio, che è colui che perderà la testa e scatenerà il massacro a causa della maledizione della strega.

La mitologia della strega

Sequel-prequel che allarga la mitologia dell’opera e ci presenta dettagli in più sulla maledizione della strega e sull’origine del male. Viene riportato come si può spezzare la catena omicida e sconfiggere definitivamente Sarah Fier.

A far da guida verso il male, viene utilizzato l’espediente del diario della strega, un libro che accenna all’origine della maledizione e al suo patto con il diavolo. È un elemento essenziale per la storia. Una sorta di Necronomicon che funge da riferimento per i protagonisti e che li guida verso la risoluzione del mistero.  È il fulcro del film ed è un escamotage narrativo classico funzionale alla storia che prosegue nella sua narrazione a passo di gambero.

Ritmo serrato

Se la prima parte era focalizzata su una storia teen liceale, questa storyline è votata maggiormente all’avventura, alla scoperta, al divertimento.

Il ritmo è serrato, più scorrevole e succedono tantissime cose che portano il film ad avere una forte presa nello spettatore. Succedono molte più dinamiche improntate sull’azione e complessivamente la storia ha un forte interesse perché è tarata più sul mistery. C’è un enigma da scoprire e ci si addentra nel cuore della mitologia.

Inoltre, questa seconda parte ha una presa emotiva notevole in quanto sappiamo già che una delle due sorelle protagoniste non sopravvivrà al massacro. Quindi si è in costante attesa, in tensione per tutto il film perché si vuole capire in che modo perirà. Gioca sulla suspense di quell’attimo fatale e si sta concentrati per non perdersi “l’evento”. Infatti, l’arco narrativo delle due sorelle è scorrevole, lineare e omogeneo e con un bel climax emotivo nel finale. Ha un’evoluzione congrua e nel suo complesso soddisfa.

Gli eventi che succedono in questa seconda parte sono più interessanti e sono essenziali ai fini narrativi della trilogia. Da buona seconda parte fornisce quei dettagli in più per comprendere la mitologia e intuire lo sviluppo futuro, ma allarga la storia e fa presagire diverse sorprese nel prossimo capitolo. Come per dire “non è come sembra, se si gratta sotto la superfice, c’è molto di più”. Quindi come parte 2 intriga molto e fa attendere con trepidazione il sequel.

Sviluppo dei personaggi e tematiche

A livello di argomenti centrali non ci sono grosse variazioni rispetto alla prima parte in quanto emergono sempre temi teen come gli amori giovanili, il bullismo, la voglia di emancipazione, la sessualità e il tradizionale passaggio adolescente-adulto. In questo caso però vengono portati alcuni argomenti pesanti come l’autolesionismo e il tentato suicidio. Tematica tosta che il film non esplora del tutto, ma che cita e porta a galla per spiegare la psicologia di uno dei personaggi secondari.

Anche a livello di nucleo protagonista cambia poco, in questo caso c’è il rapporto tra sorelle anche se viene bilanciato in maniera opposta rispetto alla Parte 1. Tuttavia, la loro caratterizzazione è più sfaccettata e soddisfacente in quanto risultano complementari e hanno un buon feeling. Le loro motivazioni e i loro legami sono più convincenti e il loro rapporto ha quel giusto mix tra complicità, dramma e commedia.

I personaggi secondari offrono un contributo interessante all’interno della diegesi e presentano tematiche e dinamiche interessanti. Non sono i classici comprimari dei film slasher e risultano atipici. Hanno degli spunti drammatici interessanti e hanno una caratterizzazione ben articolata e sviluppata. Non mancano personaggi di contorno tipici del genere, ma nel suo complesso, i comprimari offrono quel giusto mix tra dramma e commedia. 

All’origine della maledizione

La pellicola si rivela godibile e nettamente superiore alla prima parte. Per ora, la trilogia si sta rivelando soddisfacente e adatta al suo target. I brividi da puro film dell’orrore continuano a desistere, ma si evince un netto miglioramento. Questa seconda parte intrattiene bene ed è ben realizzata. Una storia matura, interessante e ricca di spunti.

Un buon horror giovanile con una spruzzatina di elementi tipici dell’avventura e del mistery. Mostra un buon potenziale e la costruzione a ritroso desta interesse e curiosità. La linea temporale principale rimane quella del 1994, ma questi due filoni in flashback sono perfetti per raccontare la storia della strega Sarah Fier.

Questo capitolo ha iniziato a svelare dettagli sulla maledizione e si conclude con un forte collegamento con il passato. Ci ha catapultato nella terza parte, ambientata nel 1666, ci mostrerà il cuore pulsante della maledizione. Come tutto ebbe inizio.

La cosa affascinante è che la storia ha ancora dell’ottimo potenziale e ha ancora tanto da offrire quindi, sicuramente, la terza parte porterà dei colpi di scena inattesi. Di questo capitolo ambientato nel 1978 sapevamo il grosso, il finale, ma del 1666 non sappiamo assolutamente nulla quindi l’ultimo capitolo desterà interesse e sarà da guardare tutto di un fiato.

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