L’ecclettico regista Steven Soderbergh si cinema con un film da crociera, intimo, intellettuale, girato quasi interamente su un transatlantico, tutto al femminile che parla di seconda occasioni, di rimpianti, di rancori mai sopiti. Il film è Lasciali parlare che è uscito direttamente on demand e vanta un cast interessante composto da Meryl Streep, Lucas Hedge e Gemma Chan.

Alice Hudges è una scrittrice di successo che ha vinto importantissimo premio nel Regno Unito. Visto che non può volare in aereo convince la sua editrice a compiere la traversata sul transatlantico Queen Mary II, ottenendo anche dei biglietti in più per le sue storiche amiche, ex compagne di università, che non rivede da oltre trent’anni. Sulla crociera si ritrovano Alice, suo nipote, Tyler, e le sue amiche Roberta e Susan. La traversata sarà l’occasione per ritrovarsi ed appianare vecchi rancori derivanti perlopiù dal successo di Alice che per i suoi libri si è basata sulle disavventure di vita quotidiana delle sue amiche.

Ennesima pellicola girata molto bene dall’ecclettico Soderbergh che questa volta si muove nell’ambito del dramedy con una pellicola intimista, al femminile e piena di spunti interessanti che sono il riflesso di sentimenti quotidiani della vita. Onesto, intellettuale e pieno di sfumature realistiche. Le tre donne protagoniste sono arrivate alla loro fase finale della vita e hanno l’occasione di appianare definitivamente i conflitti in una crociera che si rivela l’espediente per riunire queste donne che, nel corso degli anni, si sono perse di vista e non hanno mai avuto la possibilità di confrontarsi. Sono cambiate, cresciute e sono diverse rispetto alle persone di trent’anni prima. Sono ancora ancorate al passato e da un vecchio legame che si è dimostrato saldo solamente per questioni irrisolte. Ormai adulte, si ritrovano insieme a rivalutare la situazione con una nuova prospettiva. Roberta non è riuscita a mettere da parte il fatto che Alice abbia tratto ispirazione la sua vita per costruire il suo romanzo più celebre e le rinfaccia di avergli condizionato la vita; Susan invece è passata oltre ed è quella che ha raggiunto una certa maturità di pensiero. Le tre donne vivono in maniera differente i vecchi rancori e durante il viaggio ci sono vari chiacchiericci, vari incontri, vari dialoghi, ma il vero “confronto” viene rimandato fino all’atto finale. Un oceano di parole, di pensieri non detti e costantemente rimandati. Una pellicola dal sapore agrodolce, pieno di risentimento covato negli anni.

Oltre all’aspetto intimo e di “conflitto”, Lasciali parlare tratta anche di ispirazione artistica ed esplora temi sul successo. Alice è una scrittura di successo ma fa parte di un élite intellettuale, colta ed è un’autrice più per i critici e meno per il pubblico. Vorrebbe essere apprezzata maggiormente dalle persone comuni ed avere successo come lo scrittore di thriller Kranz, anch’esso sulla nave da crociera che ha un dialogo e una riconoscibilità di successo con i passeggeri. Le sue stesse amiche preferiscono leggere i libri di Kranz piuttosto che i suoi. Alice infatti sminuisce il flusso creativo che sta alla base di prodotti commerciali, ritenuti da lei “dozzinali” che per lei sono scritti in modo frettoloso e senza caratura “intellettuale”, di scrittura vera. La donna è bloccata nella scrittura, non ha più fonti di ispirazione e spera che la crociera con le sue storiche amiche l’aiuti a rivivere vecchi sapori passati e che l’aiutino a superare questo ostacolo creativo. Per lei lo scritto è tutto. Ogni cosa deve essere smossa da un flusso di coscienza e deve partire da un sentimento autentico.

Inoltre, come contrapposizione alle tre donne, il film presenta anche una storyline giovanile (tra Tyler e Karen l’editor che segue Alice di nascosto sulla crociera) che fa da contraltare alle tematiche più “negative”. I due sono giovani, hanno tutta la vita davanti e si ritrovano accumunati da una persona. Si conoscono e apportano alla storia quella freschezza e la spensieratezza dei giovani che si sentono indistruttibili e che hanno ancora tutta la vita da assaporare e da vivere appieno. Tyler, poco più che adolescente, si invaghisce di Karen che però è ultra-trentenne e ha altre prospettive e priorità. I due portano una prospettiva ottimistica, speranzosa e di buon auspicio verso il futuro e mostrano l’incertezza della vita.

In realtà la narrazione nel film è molto blanda, non succedono tante cose. Seguiamo queste donne nella loro routine sulla nave dove fanno colazione, girano per la nave, si guardano attorno, bevono al bar e alla sera, a cena, si ritrovano per chiacchierare e disquisire della giornata. Parlano di tutt’altro e continuano a rimandare la risoluzione del conflitto passato. Il titolo infatti si rifà alle chiacchiere futili, superflue che si fanno, sulle voci esterne di incontri e sulle opinioni degli altri che dicono la loro senza avere una conoscenza diretta e senza avere il quadro generale della situazione; spesso prive di verità. Il tempo della storia è lento, quasi girato in tempo reale lungo i sette giorni di crociera, fatto di lentezza e ripetitività. Alice vive quasi da reclusa (salvo le sue sporadiche passeggiate e momenti in piscina) per scrivere il suo libro mentre Susan e Roberta hanno momenti di dialogo e di svago dove passano la giornata a giocare a giochi a tavolo.

La regia è solida e si muove come se fosse un flusso di coscienza, come catalizzatore del conflitto interiore che ha attanagliato le tre donne per oltre trent’anni. La cinepresa segue i protagonisti nelle loro passeggiate, nella loro routine e comprendiamo il loro modo di essere in base a cose non dette, alle loro azioni e al loro modo di relazionarsi con il prossimo. Inoltre, la storia semina alcuni enigmi che pian piano che la narrazione arriva ad un punto focale si rivelano significativi e risolutivi. Questi elementi servono a stuzzicare lo spettatore che si ritrova a “parlare”, a “speculare” su tali “misteri”.

Lasciali parlare è un film fatto di numerose parole più o meno dette che si mantiene di ottima fattura grazie all’ottimo cast di protagonisti che fornisce spessore ad una storia semplice, intellettuale, intima, drammatica, fatta di conflitti di vita vera. Non succede molto ma la scansione temporale e il dramma di fondo sono il riflesso di situazioni passate, di riflessioni su seconde possibilità che hanno il sapore agrodolce della vita. Spesso si parla, si dice di tutto e di più su ogni cosa; forse pure troppo si parla e ci si permette di dire la propria su questioni non vere, senza avere un quadro complessivo, mentre sovente si rimandano dialoghi e chiacchiere costruttive, risolutive, di confronto perché si pensa sempre di avere tempo per ricucire i rapporti. La pellicola è uno specchio dell’agire in tempo, del cercare di ricucire i rapporti il prima possibile perché la vita scorre velocemente e alla fine ci si ritrova impossibilitati nell’offrire il perdono o nel cambiare il senso di un conflitto. Lasciali parlare è un inno al senso della vita e di viverla con spensieratezza e di cercare di vivere appieno la propria esistenza appianando i conflitti in tempo, senza covare rancore, che spesso, porta a sensi di colpa e a condizionamenti futuri.

Complessivamente il film è un buon prodotto filmico ben girato e recitato. Un bel dramedy che però ha il difetto di avere un atto conclusivo sbalorditivo che si rivela insoddisfacente in quanto porta a tante questioni irrisolte. Tante domande lasciate aperte e tante incongruenze sui personaggi principali. Vero che è uno specchio di vita vissuta in cui ogni cosa, nella realtà, può accadere, anche le cose più sorprendenti e incontrollabili. L’atto finale non si rivela apprezzato, anzi lascia sbigottiti in quanto non fornisce un quadro risolutivo ben preciso sennò che le persone possono essere ciniche e che nella vita non c’è mai abbastanza troppo tempo per concludere il proprio arco personale.

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