Spazio agli spaghetti western alla 7a edizione delle Giornate della Luce di Spilimbergo in Friuli Venezia Giulia (5 -13 giugno), il festival ideato da Gloria De Antoni che vede la direzione artistica di Gloria De Antoni e Donato Guerra. Un appuntamento unico nel panorama italiano che celebra, da anni, gli Autori della Fotografia, quali veri protagonisti del festival.
Tra i momenti salienti di questa edizione il focus “I magnifici 6 – c’era una volta il western all’italiana”. Sono passati cinquant’anni dall’età d’oro degli spaghetti western. L’epoca in cui cowboy, indiani, artigiani, tecnici e artisti italiani e spagnoli vivevano in diversi luoghi della Spagna per creare, oltre a un’industria economica redditizia, un vero e proprio spazio dell’immaginario. Esplugas City, un villaggio western costruito a 10 chilometri da Barcellona, è stato uno di questi luoghi dove è nato un culto autentico, come la saga di Ringo di Duccio Tessari, “Ognuno per sé” di Giorgio Capitani e “Yankee” di Tinto Brass.
A rendere omaggio a quella stagione cinematografica, martedì 8 giugno, alcuni dei protagonisti di allora dialogheranno con Steve Della Casa. Tra loro: Paolo Bianchini, tra i registi preferiti da Quentin Tarantino, e autore tra gi altri di Lo voglio morto, Dio li crea… Io li ammazzo!, Quel caldo maledetto giorno di fuoco, Ehi amigo… sei morto! Con loro Blasco Giurato, Luc Merenda, Liana Orfei, Fabio Testi e in video collegamento Oreste De Fornari.
Al termine dell’incontro la proiezione di “Goodbye Ringo” del regista spagnolo Pere Marzo. Il documentario, del 2017, è una riflessione su quel cinema attraverso le preziose testimonianze e ricordi dei protagonisti di un’epoca ormai scomparsa, tra queste quella di Giorgio Capitani alla sua ultima apparizione. Il doc, che comprende materiali dell’Archivio storico dell’Istituto Luce Cinecittà, ha la voce narrante di Enzo G. Castellari.
Goodbye Ringo” è la poetica rievocazione dedicata a un cinema che non c’è più e a un immaginario ormai consolidato: l’epopea degli “spaghetti western”. Il documentario rievoca l’artigianalità di quei set e la felice collaborazione tra Italia e Spagna, paese che a partire dagli anni ‘60 mise a disposizione scenari impressionanti, maestranze che si stavano formando e, soprattutto, costi di produzione competitivi, da cui potevano essere attratti i registi e produttori italiani.
Oggi dei favolosi studi cinematografici all’aperto di Esplugas City è rimasto ben poco: il genere cui erano funzionali è tramontato e gli stessi fratelli Balcázar, che li avevano creati, sono andati incontro a numerose traversie.
L’incontro, in programma a Spilimbergo, sarà un modo per ripercorre l’epopea degli spaghetti western che ha segnato una stagione della storia del cinema a livello nazionale e internazionale.
Le Giornate della Luce si svolgeranno in presenza e saranno un’occasione importante di confronto sul ruolo della fotografia nel cinema per condividere esperienze, progetti e visioni nel pieno rispetto delle normative anti-covid.
Il festival Le Giornate della Luce è organizzato dall’Associazione Culturale Il Circolo di Splimbergo con il sostegno di MiC, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Città di Spilimbergo, Fondazione Friuli.
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