Arriva in simultanea cinema-streaming tv l’atteso live-action Disney, Crudelia, una pellicola incentrata sulle origini di una delle più iconiche villain della Casa di Topolino, Crudelia De Mon, con un cast di stelle capitanato da Emma Stone ed Emma Thompson. Lungometraggio diretto da Craig Gillespie che presenta una storia di origini della classica pellicola di animazione Disney, La carica dei 101. Film attesissimo che strizza l’occhio all’anima Punk della Londra degli Anni Settanta, una decade rivoluzionaria che ha cambiato radicalmente gli usi della società e che ha portato ad sovversione contro-culturale in ambito artistico, cinema, moda e musica. Tutte queste premesse anticonformiste nate in quel periodo sono stati utilizzate per sfaccettare la storia di origini di  Crudelia De Mon (Cruella De Vil come viene chiamata del film), per darle il giusto background e costruirle una cornice idonea per esprimere tutto il suo potenziale.

1964, Estella è una bambina dotata, eccentrica, che nasce con capelli metà bianchi e metà neri. Predestinata sin dalla sua nascita, sogna di diventare una stilista. Ha una sorta di doppia personalità (Cruella è ovviamente il suo lato dark) e per via del suo lato oscuro, iroso, sua madre è costretta a portarla a Londra. Prima di arrivare nella capitale, la madre fa visita ad un misterioso castello elegante e alla moda. Estrella, incuriosita, disobbedisce all’ordine della madre di rimane in casa e si aggira incantata in quell’edificio e, accidentalmente, sembra far scoppiare il pandemonio che porta alla morte di sua madre. Spaventata, raggiunge Londra da sola e fa amicizia con altri due orfani (Jasper e Horace). Insieme formano una famiglia e anni dopo, da grandi, dopo un percorso da ladruncoli, Estrella viene assunta alla boutique della Baronessa, un’affermata stilista di moda. Inizialmente, la ragazza sogna di diventare come lei ma successivamente capisce che è più una rivale e perciò decide di abbracciare il suo lato estroso e oscuro per abbatterla.

La pellicola funziona sotto ogni punto di vista. La sceneggiatura è ben scritta e l’arco narrativo della sua protagonista cresce in maniera organica, per tappe, ed evolve, muta e presenta una giusta caratterizzazione psicofisica al personaggio. La trasformazione di Estella in Cruella avviene progressivamente in base ogni ostacoli che le vengono posti di fronte. Le sue motivazioni sono comprensibili ed è un personaggio tridimensionale, ben sfaccettato, ricco di numerose chiavi di lettura, complesso, pieno di sfumature e dall’ampio background. Così come avvenuto con Malefica, in Maleficent, anche il viaggio di Estella viene rielaborato e dotato di tridimensionalità per fornirgli un’anima e renderla migliore rispetto alle controparti animate che si bucavano lo schermo, ed erano fenomenali, ma erano anche delle parti secondarie, poco sviluppate e costruite perlopiù su piccoli accorgimenti, quasi da caratterista. In questo caso, il villain diventa il centro della storia e deve compiere il suo viaggio verso l’oscurità. Quindi il live-action mantiene tutto ciò che c’era di buono del cartone animato e lo rende più interessante, accattivante e lo sfuma per renderlo una sorta di antieroe. Sotto certi aspetti, la protagonista non ha scelto di diventare una cattiva, ma è vittima del destino. Le situazioni della vita hanno portato Estella a diventare Cruella, come fosse marchiata da diavolo e maledetta. Per questo, nei suoi pensieri, scatta immediatamente quella “symphaty for the devil”. La sua antagonista è la Baronessa che inizialmente viene quasi resa come una versione omicida della Miranda Priestly de Il diavolo veste Prada, ma che nel suo complesso sembra più una versione estrema e alla moda di una sorta di matrigna in stile Cenerentola. Effettivamente i conflitti tra le due donne sembrano i medesimi di quella pellicola cult, ma successivamente, il loro rapporto muta in arci nemiche. La baronessa diventa una nemesi di Cruellia, un ostacolo da abbattere a tutti i costi in quanto alla base della loro rivalità emerge una questione personale e perciò la Baronessa incarna quel fattore destabilizzante nella personalità della protagonista e che permette di completare la sua trasformazione in “cattiva”.   

A livello di genere, nel suo complesso, la storia abbraccia una voga Young Adult che però presenta numerose ibridazioni in quanto parte come pellicola disneyana classica per ragazzini su “una ragazza dotata che ha un sogno” per passare ad film contro-culturale, di ribellione, di rivoluzione fino ad arrivare ad un revenge movie che si focalizza su uno scontro generazionale. Quindi la storia è ricca e attinge da tanti spunti di genere per rendere la narrazione fresca, interessante e originale. L’origin story su una villain in realtà viene costruita come se fosse l’eroe della storia perché in fondo è una ragazza che lotta per la realizzazione del proprio sogno. Certo, una ragazza eccentrica, punk, rivoluzionaria, con manie, quasi tendenti al bipolarismo, ma che in fondo incarna l’essere di ogni giovane ragazzo/ragazza che ambisce a diventare qualcuno nella vita. C’è l’ambizione, la sfrontatezza e tutta la forza dirompente della gioventù. Non incarna l’essenza del male, ma la sfrontatezza giovanile e perciò scatta il “vorrei tanto essere come lei” che portano ad una immedesimazione essenziale per farla entrare nel cuore degli spettatori.

Crudelia non funziona solamente per l’abile caratterizzazione del personaggio, ma nel suo complesso azzecca il tono di narrazione in quanto viene presentato, in flashback, come un racconto in prima persona in cui la protagonista si rivolge direttamente allo spettatore. Lo accoglie e lo indirizza all’interno della sua storia di origine. Spiega le sue motivazioni e le sue fasi. Questa scelta apre un dialogo con lo spettatore che si ritrova coinvolto emotivamente nella sua storia. Oltre a ciò anche la sua cornice ha una funzione importante e che fornisce quell’elemento essenziale per inquadrare l’anima della protagonista: il mondo della moda della Londra degli Anni Settanta. Logicamente, la capitale britannica viene enfatizzata, resa iper-realistica per fini narrativi, ma viene mantenuta la sua aura punk rock, glem rock e il su fascino resta immutato e perfetto per veicolare una simile storia. L’elemento temporale ambientale si rivela essenziale per sfumare alcuni aspetti di Estella. Viene sfaccettata e costruita quasi come una sorta di Vivienne Westwood, una stilista contro cultura in grado di scardinare gli archetipi del passato e di rivoluzionare il settore, innovandolo, portando anche elementi eccentrici. La stessa cosa avviene per la musica che si rifà ad hit di successo della decade che hanno quasi una funzione narrativa. Gli Anni Settanta sono anni delle rockstar eclettiche, anticonformiste, punk, che oltre a cantare presentavano abiti eccentrici, capigliature con colori sgargianti e perciò, per mantenere un’aderenza temporale e di caratterizzazione del personaggio quasi bipolare, Cruella viene resa quasi una star del rock con tanto di tinta bicolore, bianco e nero per rendere palese la sua doppia sfaccettatura di eroe/antieroe, di buono/cattivo. Questa sua duplice sfaccettatura è la rappresentazione della sua personalità in conflitto che si muove tra luci e ombre, fra passato e presente. Sintomo di un conflitto interiore tipico della gioventù. Estella riesce ad incanalare questa sua anima di demone tormentato dal fato, abbraccia questo suo lato ambiguo della sua personalità e da punto debole, lo rende un punto di forza, un marchio di fabbrica del suo stile, del suo essere.

Cudelia è una bellissima pellicola. Ben confezionata sotto ogni punto di vista. I vari personaggi presenti sono ben sfaccettati ed ognuno di essi ha il proprio arco narrativo. Questa storia prequel de La carica dei 101, sulle origini di Crudelia De Mon si rivela spassosa, con toni azzeccati, ed è una piacevole sorpresa in quanto ricca di varie sfumature che saranno apprezzate da un vasto pubblico. Seppur sia una pellicola slegata al mondo del cartoon disney, in realtà presenta anche tante citazioni (compaiono i due protagonisti de La carica dei 101) e perciò funge da giusto prequel per l’iconica storia. La villain ha un percorso organico in cui vengono spiegate in maniera semplice e chiara com’è diventata una delle cattive più iconiche della Storia del Cinema. Il suo viaggio di formazione è idoneo e le origini che le hanno impartito si legano molto bene alla iconografia del personaggio. Nel suo complesso, un ottimo prodotto filmico in grado di soddisfare appieno le proprie aspettative e sovvertire in positivo quelle dei più scettici. Osa e rispetto ai remake live-action di Casa Disney, offre uno sguardo inedito, nuovo che si lega molto bene al suo mondo di reimmaginazione. Cruella non è mai stata cosi glam e malefica!

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