BIG MOUTH (L to R) Alia Shawkat as Roland, Maya Rudolph as Avery, Jak Knight as Del, John Oliver as Harry, Paul Scheer as Schwartz, Mitra Jouhari as Bahar, Maria Bamford as October, and Emily Altman as Milk in episode 1 of BIG MOUTH. Cr. NETFLIX © 2020

Torna la banda di irriverenti ragazzi nel pieno della pubertà. La serie Big Mouth di Netflix ha ancora molto da dare e prosegue nella sua vocazione di intrattenere attraverso argomenti, spesso esplorati in tv, che hanno lo scopo di educare gli spettatori alla sessualità. Tanta comicità, autoreferenzialità e autoironia per una delle serie più coraggiose degli ultimi anni. Basti pensare all’introduzione riassuntiva canora che mostra quanto sia atipico questo prodotto seriale.

Nella precedente stagione avevamo lasciato la nostra banda di amici in profondo contrasto tra di loro. Nick e Andrew, ex migliori amici, si ritrovano in campeggio e non vanno più d’accordo. Jessi, anch’essa nella colonia estiva, è in procinto di trasferirsi a New York. Missy invece inizia una fase di ribellione verso i suoi genitori e decide di riscoprire le sue radici afroamericane. Tanti, inevitabili, cambiamenti che fanno parte della vita e del mutamento psicofisico di ogni persona in fase di sviluppo. Tutto ciò sarà eviscerato in numerose (dis)avventura della nostra band di ragazzini!

Oltre agli mostri dell’ormone, nelle precedenti episodi avevamo conosciuto anche rappresentazioni fisiche, sotto forma di spiriti, per la vergogna, per la depressione e per la menopausa. In questo nuovo ciclo di episodi fa la sua comparsa l’ansia, incarnata da una zanzara di nome Tito. Quest’ultima avrà un’importanza significativa in quanto i ragazzi, crescendo, iniziano ad avere numerose apprensioni (lunghezza del membro, tamponi mestruali) e ciò porta ad un aumento della paura e della loro socialità. Con la crescita, pian piano, emergono situazioni più complicate, mature, che devono essere affrontate per raggiungere la fase adulta. È necessario raggiungere una certa comprensione del proprio essere, del proprio io e bisogna iniziare a definire e sfaccettare la persona che di lì a poco diventerà adulta. Infatti, questa quarta stagione, oltre all’ansia, si concentra sulla personalità futura e sull’io. Ciò porta a sfide con se stessi, interiori, che servono a delineare la tipologia di persona che si vuole rappresentare in fase adulta.

La serie prosegue nel suo racconto proponendo delle disavventure improntate come se fossero delle sfide da vincere. Ostacoli della vita che devono essere superati per raggiungere il prossimo step della maturazione e per avvicinarsi sempre di più alla fase adulta. Il tutto con una storia piena di trovate intelligenti, riflessive, divertenti, piene di humor e dinamiche che mettono in evidenzia pathos ed emozione. La narrazione rimane frizzante con trovate visive molto suggestive (come l’episodio di Halloween e quello a del sogno futuristico del 2052), quasi ipnotiche, che esplorano nuove dinamiche dello sviluppo dei nostri protagonisti puberali. Ci sono tanti momenti di autoreferenzialità e di autoironia che servono per rendere le storie delle metafore della vita, ingigantite ed epicizzate, veicolate con un linguaggio scurrile in linea a quello giovanile d’oggi, veritiere e appassionanti. Nessuno di noi si sarebbe mai espettato tanto divertimento nel raccontare dello sviluppo sessuale negli anni della pubertà, proprio negli anni che spesso sono considerati i più difficili da vivere.

BIG MOUTH Jessi Klein as Jessi Glaser and Maria Bamford as Tito in episode 7 of BIG MOUTH. Cr. NETFLIX © 2020

Di pari passo con la crescita dei suoi protagonisti, in questo quarto ciclo emerge una certa maturazione nel linguaggio, una comprensione delle potenzialità che permettono agli autori di rappresentare, attraverso brillanti metafore, scenari politici e di infarcire il racconto con citazioni filmiche (l’episodio di Halloween, in una parte, cita apertamente il film Noi di Jordan Peele che è uno dei doppiatori dello show). Basti pensare all’episodio Planned Parenthood che mette in mostra un argomento politico ostico per gli USA. Un livello di scrittura adulto che rende le storie autentiche con uno stile e un linguaggio che rendono Big Mouth il fulcro ideale per intrattenere ed educare i giovanissimi verso argomenti relativi alla sessualità. Quasi come se fosse un manuale visivo, divertente, graffiante e ironico, su cosa fare in determinate situazioni che capitano in fase puberale. Tanti elementi intelligenti che mostrano cosa significhi crescere e su quali step vanno affrontati in questa determinante fase della vita. 

Seppur la seria abbia ancora molta da dare, innegabilmente si avverte una certa ripetitività narrativa e, in alcuni casi, una mancanza di freschezza. Diverte e intrattiene. Si guarda volentieri, ma si evince un netto calo rispetto le credenti stagioni. Forse, sarebbe meglio ridurre gli episodi per proporre una storyline più fluida e senza digressioni. Tuttavia, rimane un prodotto innovativo che sta acquisendo sempre maggior consapevolezza nei propri mezzi e si può permettere di infarcire la storyline di critiche sociali e politiche verso il proprio paese. Sta diventando un racconto che va al di là della sola rappresentazione (ed educazione) sessuale e si sta rivelando un’opera più stratificata, matura, sullo scorrere del tempo e sui “mostri” presenti nelle varie fasi della vita di una persona. Questa quarta stagione, sebbene non sia perfetta, continua a divertirci, ad appassionarci e ad emozionarci.

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