Ritorna l’amata coppia dei cinepanettoni Massimo Boldi e Christian De Sica. Il duo ha recitato in numerose pellicole incentrate sulle vacanze e hanno girato il mondo in lungo e in largo, ma mai prima d’ora si erano permessi di lasciare il nostro amato pianeta per realizzare l’ennesima commedia! Questa volta, l’ambiente principale del loro nuovo lungometraggio è Marte, il pianeta rosso, quello che sarà il prossimo step dell’umanità. Diretti dallo storico regista di cinepanettoni, Neri Parenti, esce on demand, In vacanza su Marte.
Ci sono i classici archetipi sulle ambiguità dell’infedeltà e dell’abbandono in cui un figlio è all’assidua ricerca del padre che è scomparso improvvisamente quattro anni prima. Il padre si è rifatto una vita e, per soldi, vuole sposare la sua nuova fidanzata. Il problema è che lui figura già sposato, per cui è costretto a suggellare le nozze su Marte, un porto franco nonché ambita meta di vacanza. Casualmente, sul Pianeta Rosso arrivano anche il figlio abbandonato che, con la fidanzata, sta indagando su una coppia di influenzer.
In uno scenario inedito, futuribile, si svolge questa nuova disavventura. Sotto certi aspetti, la pellicola presenta anche degli stratagemmi interessanti e sorprendenti. Il perno centrale è De Sica nel ruolo del padre libertino che vuole sposare la ricca e facoltosa Bea. Dopo mezz’ora di tempo, di Boldi nessuna traccia. Il vero colpo di genio è il modo in cui viene proposto l’attore milanese, ovvero nella parte del figlio diciottenne che risucchiato da un buco nero diventa un vecchietto. Questo è l’apice di tutto il lungometraggio ed è l’espediente comico centrale dell’intera narrazione poiché serve per portare avanti le storie dei singoli personaggi. Il giocare con il tempo permette di offrire una prospettiva inedita alla relazione del duo protagonista che in questo film è di padre-figlio. Generalmente, nei lungometraggi di genere erano due persone che, a causa di straordinari eventi, si ritrovavano coinvolti in disavventure. Avevano una sorta di relazione causale, uniti dal destino e dalle situazioni. Non erano mai stati padre e figlio. Ciò permette di proporre gag ed equivoci nuovi.
La colonizzazione del Pianeta Rosso è qualcosa di mai visto prima. Un’ambiente nuovo, che nel film viene modellato come una sorta di Las Vegas, un porto franco. Una meta di vacanza ambita e all’avanguardia. Tecnologico e pieno di prelibatezze. Si tratta di un’ambientazione inedita per i cinepanettoni. La meta spaziale spiazza ed è qualcosa di straniante. C’è però il pregio di aver osato, di aver pensato in grande, nel proporre un ambiente così ambizioso, proponendo una meta spaziale. Massiccio uso della computer grafica per dare vita ad un luogo ben strutturato che però ripropone visuali già sfruttate come l’Antica Roma. Le scene più interessanti sono quelle più da fantascienza che però vengono centellinate e sfruttate principalmente per snodi narrativi importanti. Nonostante ciò, la costruzione dell’ambiente vacanziero su Marte è ben strutturato e realizzato. Gli effetti non sono fatti così male, anzi, complessivamente sono ben fatti.
Ambientazione extra-terrestre, spaziale e focalizzata sul futuro, ma che serve a presentare la solita trama e le solite situazioni già viste in numerose pellicole di genere. Un ritorno al passato, in cui la narrazione è condita da battutacce, situazioni al limite dell’assurdo e con protagonisti monodimensionali, concentrati sul sesso. Troviamo le classiche situazioni equivoche dove ci sono infedeltà, matrimoni doppi, scambi di persone, matrimoni per interessi e così via. Gag stantie e sfruttate in numerose pellicole. Non c’è nulla di nuovo e, cosa negativa, non le gag non fanno ridere. Le ambiguità che vengono a crearsi propongono situazioni stereotipate sui gay (con tanto di mossette a mo’ di commedia anni Sessanta) e sulle donne facile. Gag vecchia scuola che andavano bene decadi fa. Non si tiene conto che i tempi sono cambiati e che nel mondo è emersa la (giusta) voglia di inclusione. Le battute sono offensive e squallide. C’è una forte disconnessione con la realtà il che mette in mostra la inefficacia della formula “cinepanettone” che, nei primi anni, aveva avuto il pregio di estremizzare i vizzi degli italiani. In questo caso emerge l’incapacità dei suoi autori, e degli stessi interpreti, di relazionarsi con il pubblico di oggi che è più consapevole riguardo certi argomenti ed è nettamente più alla ricerca di contenuti comici originali e ben strutturati. Spesso le commedie venivano create per educare con allegria e simpatia le masse verso determinati argomenti, ma negli ultimi anni sono planate verso un linguaggio scurrile troppo volgare, pieno di parolacce che si rivelano offensive e di cattivo gusto.
Tuttavia, dal punto di vista del trash, In vacanza su Marte presenta tante situazioni interessanti che potrebbero essere apprezzate dai cultori del genere, ma come lungometraggio, come commedia, è veramente imbarazzante.
Se amici come prima era stato un film voluto a furor di popolo (perché riuniva i due divi dai tempi dei cinepanettoni di De Laurentis) ed era visto come un lungometraggio di addio, di conclusione per il duo (e come canto del cigno per il filone cinepanetto). Questa nuova (dis)avventura di Boldi e De Sica non convince, anzi, si rivela un grosso fiasco sotto ogni punto di vista. Il continuo uso di parolacce e di ambiguità sessuali, rendono il film becero, volgare e focalizzato sul trash. Battute grossolane, di bassa caratura etica e morale, che non fanno ridere. Scritte con i piedi e fuori dal tempo. Dire che le potenzialità c’erano per realizzare una buona commedia (o almeno una buona parodia). In vacanza su Marte si rivela una commedia stantia, lontana anni luce dalle commedie brillanti a cui si vuole ispirare. Ci sono tante citazioni e stratagemmi che richiamano cult di fantascienza, ma la pellicola non ha la capacità di sfruttarle con dovere ed efficacia. Riduce il tutto a classici espedienti che sono forzati e banali. La pellicola si rivela un pesce fuor d’acqua nel vasto mare audiovisivo contemporaneo.
Scrivi