Il mondo aristocratico ha da sempre un certo appeal. La corte, i fasti, gli intrighi di potere, i costumi, la ricchezza, il modo di vivere. Tanti elementi attrattivi della vita quotidiana che a noi, “comuni popolani”, creano curiosità. Le opere cine-televisive incentrate sui reali hanno una forte componente voyerstica e, a seconda del tono e del genere scelto, sovente, le storie sono appassionanti e fastose. Il genere ha cambiato spesso pelle e si è rimodellato seguendo i gusti contemporanei e si è espanso in maniera predominante anche in televisione. Basti pensare al successo delle opere british come Victoria e The Crown che hanno sdoganato la monarchia inglese anche in forma seriale televisiva. Negli ultimi anni c’è stata una di rivoluzione femminile poiché le storie regali si sono spesso focalizzate sulle regine piuttosto che sui Re. Non tanto per declinare l’opera in chiave rosa ma semplicemente perché spesso le donne offrono più sfaccettature e sono spesso inclini ad aprirsi, portando uno sguardo intenso e intimo. Inoltre, al giorno d’oggi si preferisce mettere in mostra sia le virtù ma anche le debolezze, le incertezze e le bizzarrie del mondo aristocratico. Il lato oscuro, brutale e “pesante” della monarchia.

In tv (su Starzplay in Italia) arriva una seria tv dramedy che mette in mostra tutti i lati oscuri, grezzi, sporchi, bizzarri e grotteschi della monarchia russa, offrendo uno sguardo inedito ed interessante sulla vita di corte di quel paese. Da sempre si sa che il regno russo fosse una centrifuga, fatta di personalità eccentriche, stravaganti e rissose. Dopo aver scritto la La Favorita, film del 2018 diretto da Yorgo Lanthimos, anch’esso un brillante scorcio di una monarchia marcia, grottesca e bizzarra, Tony McNamara realizza la sontuosa opera The Great, una serie composta da 8 episodi, basata dalla sua omonima opera teatrale. Un prodotto tv che porta una ventata d’aria fresca al genere, per originalità e per il riuscito equilibrio tra dramma e commedia. La storia si focalizza su una giovanissima Caterina II di Russia (nota successivamente con l’epiteto di “la grande”), prima di ottenere il tanto riconoscimento, che dalla francia arriva alla corte russa per sposare lo Zar, Pietro. La giovane imperatrice è costretta a vivere in una corte eccentrica, rissosa e con un marito che la tradisce, sempre ubriaco e dai metodi brutali. Inoltre, si ritrova nel bel mezzo di un periodo di decadenza dove il paese vive una forte crisi. Caterina spera di poter inaugurare una nuova era illuminista, di prosperità e di portare la Russa a diventare uno stato colto e moderno; il problema è che nessuno l’ascolta e viene tratta solo come un corpo per partorire l’erede.

Se The Crown offre uno sguardo realistico, drammatico, storico e intimo. In cui viene mostrato tutto il peso della corona, la serie The great, incentrata sulla giovane monarca Caterina Ii di Russia mette in mostra una corte chiassosa, rozza, marcia e ignorante. La prospettiva è quella femminile, intima, di una donna che si ribella e si innalza, sacrificando sé stessa, per il bene del suo nuovo paese. I suoi dubbi, le sue passioni e le sue sofferenze vengono mostrate senza filtri, senza abbellimenti, senza galanteria, ma mettendo in risalto tutta la brutalità e la discriminazione verso il suo sesso. Un ambiente grezzo, ingenuo e iroso. La brillante sceneggiatura è una atipica storia di formazione in cui la giovane inizia a comprendere il paese e a seguire la sua emancipazione come donna. Quindi da giovane ingenua e sognatrice, si ritrova ad essere più pragmatica, diretta e senza peli sulla lingua. Deve calarsi immediatamente negli usi e costumi della barbara corte Russa e battersi per la sua indipendenza di donna, di regina.

Una miniserie graffiante, atipica, grottesca, boccacciara, scritta con arguzia e con dialoghi sorprendenti e, talvolta, divertenti. Le situazioni che vive l’aristocrazia Russa sono davvero divertenti e i personaggi sono ben sfaccettati e strutturati. Semplici, grezzi, ma genuini. McNamara segue una narrazione classica dove la giovane Caterina intraprende il suo viaggio verso la grandezza, verso la salvezza del paese. Ovviamente, essendo giova e naif, la zarina si deve fare le ossa e forzare la sua emancipazione. A rendere la serie memorabile è lo sfondo, le sfumature, che rendono il tutto originale, gli elementi di contorno, l’ambientazione e i formidabili personaggi secondari che sono dei stupendi caratteristi. Anche i due monarchi sono sfaccettati e resi molto bene, la i personaggi “minori” rimangono davvero impressi nella mente in quanto sono epici e hanno dei momenti di pura ilarità. Semplici nella costruzione di “macchiette” e con ruoli ben definiti: c’è l’ubriacone, l’intellettuale vergine, il sacerdote, l’amante, il marito geloso, la nobile diventata serva. C’è tutto. Pluralità di linguaggi e di situazioni. Il tutto messo nella centrifuga dell’aristocrazia Russa piena di vodka e rissosa. Non a caso ad ogni brindisi viene gettato il bicchiere e ogni volta viene gridato, come fosse un mantra, “huzzah”. La parola è di origine britannica e significa “urrà”. Si tratta di una licenza poetica di McNamara che serve ad incrementare l’eccentricità dell’aristocrazia. Una scrittura arguta, ma sofisticata che utilizza spunti realistici, storici, per poter creare una propria visione. Glia dalla sigla si evince la volontà di realizzare una sorta di macchietta sarcastica dell’aristocrazia Russa, della storia di quel periodo, inserendo nella scritta “una storia occasionalmente vera”.

C’è tanta ilarità e sagacia nella resa dei personaggi. C’è una sorta di comicità nera nella serie, con un certo umorismo britannico. Il mondo aristocratico non è mai stato così divertente ed esilarante. Ci sono tante situazioni drammatiche ma lo show giostra brillantemente tra questi due generi narrativi, portando The Great ad essere uno scorcio quasi realistico della vera storia della giovinezza di Caterina la Grande. Questo equilibrio tonale rende la serie fresca, atipica e originale. Niente di tutto ciò si era mai visto in una serie sull’aristocrazia. McNamara abbatte tutti i cliché di genere e realizza un’opera sontuosa con battute e sequenze memorabili. Inoltre, la narrazione ha una pluralità importante e ha varie sfaccettature. Anche a livello narrativo abbraccia vari sentimenti: c’è la fase amorosa, quella della gelosia, della spy story, del tradimento, della rivoluzione. Questo mix rende la serie avvincente e piena. Tanti piccoli archetipi di genere che vengono sfruttati in una maniera nuova, per raccontare i primi anni della giovane Caterina II di Russia.

The Great si conferma una delle più belle, divertenti e innovative serie tv degli ultimi anni. Una delle migliori dramedy di sempre. Arguta, atipica e con delle travate narrative ben rese, la serie è puro intrattenimento. Ci sono tantissimi elementi e ognuno viene reso con efficacia. I personaggi di contorno sono faccettati molto bene ed arricchiscono la storia che ha un enorme potenziale. Vengono rimodellati tutti i canoni di genere per dare vita ad una storia avvincente, organica e che si muove in maniera fluida sia sul dramma che sulla commedia. Equilibrata e con situazioni paradossali, ma veritiere. Audace e che se ne infischia di essere bella, elegante e “di buoni propositi”, lavora contro il polity correct.  La corte di una monarchia non è mai stata così bizzarra, grottesca e vera.

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