La vita non ha un genere preciso. A volte fa ridere. A volte no. Quando scrissi il film, avevo 22 anni, e sapevo solo questo. I Predatori è un film di personaggi. A tutti loro dedico il premio.
Soltanto legittimando chi non la pensa come noi, troveremo la forza di reinventare il futuro. È nel superamento delle resistenze che i simboli nascono e le metafore avvengono. La pace presuppone lo scontro. La verità è un’avventura. Il resto è noia, presunzione e morte. Grazie alla giuria.
SINOSSI
È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.
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