Era il 2016 quando un forte terremoto devastò il centro Italia con tre potenti repliche: il 24 agosto, distruggendo Amatrice e Accumoli, e ancora il 26 e 30 ottobre, in quella che è stata definita “la più forte scossa in Italia dal sisma dell’Irpinia nel 1980”. Tre Regioni colpite al cuore: Marche, Umbria, Lazio. Otre 41 mila sfollati. Più di 87 Comuni lesionati, tra cui borghi storici come Visso, Ussita, Casali, Castelsantangelo sul Nera. Raso al suolo Castelluccio di Norcia, noto per la fioritura di lenticchie più suggestiva in Italia.
Un evento sismico che ha cambiato la geografia del territorio e la vita di migliaia di persone. Una tragedia che ha saputo raccontare con attenzione e delicatezza il regista marchigiano Manuele Mandolesi in “Vulnerabile bellezza”, prodotto da Respiro Produzioni e vincitore nella categoria “Miglior documentario” per il prestigioso Premio Globo d’Oro 2020, già premiato come “Miglior film italiano” al Festival dei Popoli 2019.
Mandolesi sceglie di raccontare il terremoto e la sua gente attraverso una giovane famiglia di allevatori: Michela, Stefano e i loro due figli, Diego ed Emma, che ha seguito per più di un anno dal 2017 al 2018. Sono di Ussita, piccola ma viva comunità ai piedi di quel Monte Bove conosciuto come la “perla dei Sibillini”.
“Vulnerabile bellezza” è la loro storia, dalla lunga attesa per una nuova casetta di legno, alla ricostruzione della stalla per gli animali. Una storia di solitudine e difficoltà, ma soprattutto di tenacia, speranza e rivincita. Michela e Stefano lottano per ricostruire la loro vita sulle montagne che amano e nel momento di massima difficoltà riescono perfino a fare crescere la propria attività di allevatori. Una famiglia che ben rappresenta la forza di chi vive sugli Appennini, in simbiosi con la natura e il territorio tanto da considerare il terremoto un cambiamento “naturale” e una rinascita sia per loro che per la loro terra. Una terra bellissima che, seppur vulnerabile, resiste insieme agli abitanti.
“A distanza di 4 anni da quel terremoto – dice oggi Mandolesi – la ricostruzione non è ancora iniziata e molte famiglie vivono ancora lontano dalla propria terra o nelle soluzioni abitative d’emergenza. Questo film è per tutti loro. Vincere il Globo D’oro a un mese dall’anniversario del sisma mi ha reso felice, non solo per l’importanza che il premio riveste nel panorama cinematografico italiano, ma soprattutto perché mi permette di mantenere una promessa che avevo fatto a me stesso e alle popolazioni colpite: continuare a far parlare negli anni delle difficoltà che le persone di quel territorio stanno tutt’oggi vivendo, anche quando l’attenzione mediatica sarebbe calata notevolmente”.
“Vulnerabile Bellezza” è un documentario dove la macchina da presa scompare, uno sguardo discreto che lascia lo spettatore “in quel momento e in quel luogo” con i protagonisti della storia, godendo di panorami mozzafiato. I tempi sono quelli della montagna, dilatati e lontanissimi dalla vita che molti di noi vivono ogni giorno.
“Vulnerabile Bellezza” è in concorso allo Sheffield Doc Fest, al Festival international du film de Nancy e al Trento film Festival il 28 agosto.
VULNERABILE BELLEZZA
Paese: Italia
Anno: 2019
Durata: 75’
Lingua originale: Italiano
Genere: Documentario
Sinossi
“Vulnerabile Bellezza” racconta come una giovane famiglia di allevatori, Michela, Stefano e i loro due figli Diego e Emma, supera il trauma del terremoto del 2016 attraverso il forte legame che li tiene uniti e il forte legame con la loro terra e gli animali.
Biografia
Manuele Mandolesi dopo la laurea in Scienze della Comunicazione si trasferisce a Milano per partecipare al Master in Televisione e Cinema Digitale. Ha iniziato la sua carriera da regista di documentari a Roma con il “Il Cammino di Santiago”. Ha poi raccontato conflitti ed emergenze sviluppando un percorso orientato al reportage-approfondimento su temi di attualità e di rilevanza politico-sociale. Ha collaborato come filmmaker e regista per Raitre, La7, Mtv, Sky, Canale5, Focus e con il Corriere della Sera con cui ha raccontato, nel 2011, il periodo dell’emergenza immigrazione nell’isola di Lampedusa. Nel 2014 ha trascorso 6 mesi su una nave militare per raccontare, con il docufilm “La scelta di Catia”, la vita della prima Comandante donna durante l’operazione “Mare Nostrum”, poi vincitore del premio Flaiano. Nel 2017 ha vinto il Walles International Documentary Festival con il corto documentario “Far East”. Dal 2017 ha sviluppato il progetto “La Vulnerabilità della Bellezza”, tre storie dal terremoto con diversi protagonisti e diversi linguaggi da distribuire su più piattaforme, una delle quali, “Vulnerabile Bellezza”, ha vinto il premio Popoli DOC-CG Entertainment come miglior film italiano al Festival dei Popoli 2019. Attualmente collabora con il canale Mediaset Focus, sta scrivendo un altro documentario, un soggetto per un film di fiction e ha appena ricoperto il ruolo di Direttore della Fotografia di un film indipendente.
Crediti
Regia e sceneggiatura: Manuele Mandolesi
Fotografia: Gianluca Gulluni
Montaggio: Fabio Bianchini Pepegna
Suono: Roberto Colella, Michele Boreggi
Musiche: Alessandro Apolloni
Società di produzione: Respiro Produzioni
Con: Michela Paris, Stefano Riccioni, Diego e Emma Riccioni
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