Netflix regala due ore di divertimento e canzoni agli orfani dell’Eurovision grazie a Will Ferrell e Rachel McAdams.
L’Eurovision Song Contest è il principale festival musicale europeo, nonché uno degli eventi più seguiti mediaticamente a livello globale (si tratta dell’evento non sportivo più seguito al mondo). Nato nel 1956 a Lugano (Svizzera) su iniziativa dell’Unione europea di radiodiffusione (l’associazione che raccoglie le principali reti televisive pubbliche europee) ha come scopo raccogliere e far conoscere artisti da tutte le nazioni europee tramite una gara canora che ha come premio la possibilità di ospitare l’edizione successiva nel Paese dell’artista vincitore.
Si tratta di un evento di fondamentale importanza per il Vecchio Continente poiché, al di là della sfida canora in sé, si pone come obiettivo di trasmettere i valori dell’Unione Europea. E, infine, si tratta di una bella opportunità per gli artisti selezionati che hanno l’occasione di far conoscere la propria musica anche al di fuori dei propri confini nazionali.
Stranamente nessuno finora aveva mai pensato di produrre un film dedicato a questo evento. Il problema principale è sicuramente il fatto di dover replicare sul grande schermo la gara canora, che richiede un numero spropositato di comparse (il pubblico per questa manifestazione è sempre numeroso) e la composizione di numeri vocali e coreografie di un certo spessore, come quelle che si vedono ogni anno in questa occasione.
Per fortuna ci ha pensato Will Ferrell, il quale, tramite l’interessamento della piattaforma Netflix e l’aiuto del produttore e amico Adam McKay, ha potuto seguire da dietro le quinte l’edizione del 2018 a Lisbona e prendere più di uno spunto per realizzare Eurovision Song Contest: The Story Of Fire Saga, commedia musicale interpretata dallo stesso Ferrell in coppia con Rachel McAdams e con la regia di David Dobkin. Un terzetto ben collaudato e sinonimo di garanzia dal momento che si tratta dello stesso regista e di due co-protagonisti della commedia di successo 2 single a nozze.
Eurovision Song Contest narra le vicende dei Fire Saga, duo canoro islandese composto da Lars (Will Ferrell) e Sigrit (Rachel McAdams). I due sono uniti fin da piccoli dal sogno di poter rappresentare il loro paese alla nota gara canora. Ma questo obiettivo è ostacolato dalla sfiducia da parte dei loro concittadini della città di Húsavík (realmente esistente) e, in generale, da tutta la critica che non esita a definirli “il peggior gruppo della storia della musica islandese”. Ma grazie ad una sana testardaggine e a un insperato “colpo di fortuna”, la coppia viene selezionata per rappresentare l’Islanda all’Eurovision Song Contest, che nel film si svolge ad Edimburgo. Ma anche dopo questa vittoria i loro problemi non sono finiti: la realtà internazionale in cui verranno calati (loro che non sono mai usciti dai confini ristretti della loro cittadina) metterà a dura prova il loro legame e la loro collaborazione musicale.
Da notare il fatto che la produzione e i principali ideatori del progetto sono tutti americani, nonostante gli USA sia il paese in cui lo show è meno seguito in assoluto. Lo stesso Will Ferrel ha ammesso di aver scoperto l’esistenza dell’Eurovision solo grazie alla moglie di origini svedesi (paese che vanta il maggior numero di vittorie nella competizione). In effetti il sottotitolo ideale di questo film potrebbe benissimo essere “l’Eurovision spiegato agli americani” dal momento che buona parte delle gag presenti fanno leva proprio su questa ignoranza (grazie all’escamotage di un gruppo di turisti che ha la “sfortuna” di incappare nel duo canoro), con una grande auto-ironia da parte dello stesso Ferrell.
Per il resto Eurovision Song Contest: The Story Of Fire Saga si rivela una buona commedia demenziale reggendosi quasi tutta sulla comicità di Will Ferrell, già resa nota dai tempi di Zoolander. E proprio al film con Ben Stiller si rifà la comicità presente in questo film con chiari omaggi come i monologhi alla propria immagine riflessa nella fontana o la “voce-Bjork” come equivalente canoro della “Magnum-face”.
Il resto ovviamente è una comicità splapstick e sui numerosi doppi sensi di cui sono impregnate le canzoni dei Fire Saga. Ma il merito va soprattutto alla chimica che il duo Ferrell-McAdams riesce a creare all’interno della vicenda, per cui i due co-protagonisti sono a tutti gli effetti dei bambini mai cresciuti che, nella loro infantilità e ingenuità, si trovano ad affrontare le situazioni bizzarre che il mondo “adulto” ha in serbo per loro.
Tutti elementi che sono ben riscontabili nell’ironico video-clip di Volcano Man che ha anticipato la data di uscita della pellicola, e in cui sono presenti tutti gli stereotipi delle band-tipo (soprattutto del nord-europa) che partecipano ogni anno alla manifestazione:
La pellicola, infatti, non esita a far leva sugli stereotipi che la manifestazione stessa si porta appresso: band e artisti che imitano malamente modelli statunitensi, la questione della predominanza della lingua inglese contro la scelta delle lingue nazionali, l’uso costante di coreografie fin troppo elaborate e del kitsch scenografico. Tutto ovviamente ingigantito e messo in ridicolo, rendendo così perfetta la pellicola sia ai “neofiti” che agli “esperti” della manifestazione.
Da segnalare anche i numerosi camei presenti delle “star” dell’Eurovision e dei vincitori delle passate edizioni (Netta Barzilai, Conchita Wurst, Alexander Rybak e Loreen fra gli altri), nonché la partecipazione dello storico commentatore britannico Graham Norton da anni voce caustica e ironica della manifestazione, nei panni di sé stesso.
Ovviamente la parte del leone la fanno le canzoni presenti nel film, tutte scritte, composte e cantate dallo stesso Ferrell (mentre la McAdams canta in playback con la voce di My Marianne, co-autrice delle canzoni e anch’essa già volto noto dell’Eurovision). Tutte le hit sono per lo più ironiche e demenziali, come la già citata Volcano Man, ma anche capaci di essere delle ottime ballad profonde e romantiche. Se non fosse per il loro carattere di “parodia” si potrebbe quasi affermare che tutte sarebbero più che qualificabili per una vera edizione dell’Eurovision!
In questo senso è da segnalare anche la presenza, all’interno del cast, della cantante Demi Lovato, protagonista di una breve ma significativa apparizione, che offre alla pellicola un’ulteriore garanzia di qualità e un nome di richiamo per il pubblico statunitense, sempre nell’ottica di coinvolgere più target possibili per la visione del film.
Il resto del cast è un melting pot di attori statunitensi ed orgogliosamente europei (Dan Stevens, Pierce Brosnan…) che accresce il senso di internazionalità e di eterogeneità della pellicola, che si adatta quindi facilmente ad un pubblico potenzialmente molto variegato.
Rimane come unica pecca la prevedibilità degli avvenimenti e una comicità a volte fin troppo demenziale che a volte perde di vista il suo obiettivo per scadere nella trivialità gratuita. Allo stesso modo, alcune soluzioni narrative sarebbero dovute essere approfondite meglio (anche la stessa passione musicale del piccolo Lars sembra nascere un po’ a caso), anche se c’è una certa coerenza con la demenzialità generale che caratterizza l’intera pellicola.
Insomma, il mood presente nel film è adatto a rappresentare la bizzarria di cui vive la stessa manifestazione canora e di certo la pellicola, pur facendone una spassosa parodia, dimostra un grande rispetto per la sua fonte d’ispirazione.
Eurovision Song Contest: The Story Of Fire Saga si rivela un buon film estivo, leggero e divertente quanto basta per trascorrere una buona serata, ma allo stesso molto con un sentimento e una passione sincera dietro la sua realizzazione che lo rende, in qualche modo, “epico”.
La scommessa di Ferrel e di Netflix si rivela così riuscita e chissà che anche il pubblico statunitense, dopo questo film, imparerà qualcosa di più sull’Eurovision Song Contest. Nell’attesa di scoprirlo ci si può godere l’ascolto di Jaja Ding Dong, già sicura hit estiva di questa estate 2020.
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