A causa della pandemia di Coronavirus, Disney è stata costretta a cambiare il proprio calendario uscite. Per il sovraffollamento di titoli, la Casa di Topolino ha deciso di destinare alcuni lungometraggio al suo servizio streaming Disney+. Molti speravano in una distribuzione domestica sullo streamer di Mulan live-action, mentre alla fine, Disney ha optato per il titolo più debole, Artemis Fowl. Il film è stato pubblicato sulla piattaforma ieri, 12 giugno (in Italia e nel resto dei paesi dove è presente Disney+).
La pellicola fantasy si basa sul romanzo di Eoin Colfer ed è stato diretto da Kenneth Branagh. Nel cast ci sono numerosi attori di grosso calibro come Judi Dench, Josh Gad e Colin Farrell.
La storia ruota attorno al geniale dodicenne irlandese Artemis Fowl Jr che grazie al rapimento del padre apprende che le fiabe sul popolo fatato che il genitore gli raccontava non erano semplici scritti mitologici ma erano delle vere storie vele. Il giovane viene a conoscenza dell’esistenza del popolo fatato e da qual momento in poi dovrà sfruttare tutto il suo genio per “ricattarlo” per salvare suo padre.
L’adattamento cinematografico propone numerosi cambiamenti rispetto al romanzo. Il principale è di tono in quanto nello scritto il protagonista è un vero antieroe, è il “cattivo” della storia, mentre nel lungometraggio gli viene affidata una “Missione, uno scopo”, ovvero salvare suo padre (elemento che nel romanzo non è presente, anzi compare solo la madre malata). Questo è il cambiamento più significativo in quanto se da un lato offre al protagonista uno scopo, un pretesto più “umano” per muovere la storia, da un lato snatura tutto il film perché cambia radicalmente alcune caratteristiche dei protagonisti. Artemis Fowl rimane si un giovane brillante, ma se nel film mostra le sue “abilità” per salvare il padre, nel libro invece è un insensibile ladro intenzionato a rubare al popolo fatato per il proprio tornaconto, per riportare in auge gli antichi fasti di famiglia. Il libro si focalizza sullo scontro, sulla partita a scacchi, dove il giovane tiene sotto scacco tutto il popolo fatato. Una partita tra menti che si scontrano dove il protagonista è il cattivo senza scrupoli. Nel romanzo di sono molte descrizioni e pochissime interazioni tra personaggi; si focalizza sullo scontro e si concede poche iterazioni emotive. Molto “meccanico” e meno umano. Il film è l’opposto, si concentra molto su aspetti sentimentali, di cuore e di umanità. Su sentimenti classici come l’attaccamento padre-figlio, sull’amicizia e lealtà. Alcuni snodi vengono mantenuti, ma in generale il lungometraggio ne allarga (e riscrive) la mitologia (composta da ben 8 volumi) anticipando il nemico dell’intera saga (Opal, che compare nel secondo romanzo, L’Incidente artico).
La pellicola offre un adattamento più sfaccettato e complesso ma allo stesso tempo si rivela sterile in quanto aggiunge elementi che snaturano e cambiano la mitologia letteraria di base. Ai protagonisti vengono forniti dei background e dei legami di parentela che condizionano la loro natura e permettono agli spettatori di capire le loro motivazioni. Elementi che hanno uno sviluppo durante l’arco narrativo ma non si rivelano efficaci, anzi snaturano l’intera saga. Nonostante l’aggiunta di “fattori umani”, il film non raggiunge mai climax emozionanti, spesso è senza cuore, fredda e con pochissime palpitazioni. Colpi di scena pari a zero che rendono Artemis Fowl una brutta pellicola. La sua visione non colpisce nessun aspetto e si rivela inconcludente. Adattamento superficiale, scritto male e che non spiega bene gli elementi mitologici alla basa della saga. Terribile, inguardabile e che non si avvicina neanche lontanamente ai film tv o film per adolescenti di genere fantasy Disney dove almeno potevi strappare l’aggettivo “carino”. Artemis Fowl è una delusione totale.
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