Protagonista di una delle saghe videoludiche più popolari di sempre, Sonic the Hedgehog arriva per la prima volta in un adattamento cinematografico, diretto da Sam Fowler: Sonic – Il film. Doppiato da Ben Schwartz, Sonic è un velocissimo riccio blu antropomorfo che si ritrova a fuggire dal proprio mondo tramite un anello magico, giungendo sulla Terra, nella pacifica cittadina di Green Hill. Qui farà la conoscenza dello sceriffo Tom (James Marsden) e di sua moglie Maddie (Tika Sumpter), che lo aiuteranno a recuperare gli altri anelli smarriti per mettersi al sicuro. Nel frattempo il governo degli Stati Uniti invierà a scoprire la verità su Sonic il dottor Robotnik (Jim Carrey), destinato a diventare il più acerrimo nemico dello sfrecciante protagonista.
Adattare per il cinema una saga come Sonic the Hedgehog, nella quale i personaggi umani sono quasi assenti e la trama è notoriamente subordinata al gameplay, presenta molti rischi. La strada che si è scelto di percorrere è quella ormai tipica e familiare del buddy movie umano/alieno, nella quale i due personaggi, totalmente diversi tra loro, finiscono per fare fronte comune ed aiutarsi a vicenda. Il film tuttavia è anche molto vicino ad un’estetica molto più attuale come quella del cinecomic. Basterebbe vedere i primi due minuti di proiezione per pensare ad un ipotetico film su Flash, ma in realtà i punti in comune con i cinefumetti sono diversi, più o meno diretti. Nello specifico due sequenze, entrambe basate sulla estrema velocità di Sonic, rimandano in maniera abbastanza evidente, forse anche troppo, a X-Men – Giorni di un futuro passato e Justice League.
Tutto sommato, Sonic è un gradevole film per famiglie. I personaggi, soprattutto protagonista e antagonista, riescono a divertire. In particolare, la follia di Jim Carrey si adatta alla perfezione con il carattere dello scienziato pazzo, regalando diversi momenti esilaranti. Tuttavia non mancano i difetti. Sorvolando su certe gag che potrebbero risultare infantili, ma che calzano del tutto al target del film, si avvertono le limitazioni che lo stesso target impone. Il Robotnik di Carrey è quello che ne risente di più: le sue bizzarrie, che in una storia diretta ad un pubblico più adulto avrebbero potuto portare a momenti esilaranti, vengono costrette in un ambiente smorzante e lasciano il segno di un’ottima occasione sprecata. A livello di coerenza narrativa i famosi anelli magici, qui dotati di abilità di teletrasporto, sono responsabili di varie incongruenze. La cosa forse più irritante però è il product placement: forzatissimo e fin troppo presente, finisce per stonare pesantemente con la storia che lo contiene.
Perciò, nonostante il suo essere derivativo e tutti i punti a sfavore sopra menzionati, è comunque il caso di dare una possibilità a Sonic? A parere di chi scrive, sì. Il suo essere così vicino alle dinamiche del cinema supereroistico permette di fare un raffronto interessante. Messo a fianco di un genere che tende a prendersi spesso un po’ troppo sul serio, la leggerezza, la bizzarria e le esagerazioni di Sonic lo pongono alla giusta distanza e riescono a renderlo quasi una risposta scanzonata ai blockbuster che ricorda. Come Deadpool o Logan avevano rappresentato un’alternativa più adulta (o quasi) allo stesso filone, Sonic potrebbe essere definito come l’alternativa che bussa dal lato opposto. “Alternativa” fino a un certo punto, si intenda.
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