Il mondo di Harry Potter è ormai sinonimo di magia, ma avreste mai pensato di vivere appieno l’esperienza cinematografica assistendo ad un cineconcerto? Ebbene, vedere il quarto capitolo della saga di HP con l’orchestra dal vivo (la bravissima Orchestra Italiana del Cinema) è un’esperienza sensoriale e visiva unica, imperdibile per appassionati del maghetto. La magia vista di persona in quanto l’orchestra arricchisse l’esperienza cinematografica e la porta ad un altro tipo di visione, rendendolo unico. La musica rende quasi palpabile il mondo fantasy e crea una copertura che immerge il teatro, provocando sensazioni emozionali uniche. Crea suggestioni che vanno aldilà della semplice visione del film. Ascoltare la musica in sincrono con il lungometraggio porta lo spettatore a vivere una visione performativa che trascende, immergendolo completamente nel mondo magico creato da J.K. Rowling. Tutto ciò è accaduto ieri durante la visione di Harry Potter e il Calice di Fuoco che ha reso magico un weekend al Teatro Arcimboldi di Milano.
Ogni grande film (o saga) ha sempre una componente musicale molto forte e potente. Questo quarto capitolo non è stato musicato dal leggendario John Williams (che ha scritto il mitico tema di Edvige) ma da Patrick Doyle. Il compositore scozzese è riuscito a scrivere una partitura filmica esaustiva, completa e variegata. Si va da sonorità criptiche e cupe (del ritorno di Lord Voldemort) a momenti di tensione (durante le prove del torneo) fino a momenti delicati e divertenti (come il Ballo del Ceppo). Tante partiture che sottolineano i momenti più significativi della pellicola, aumentandone il carico emozionale. A livello musicale, Harry Potter e il Calice di Fuoco è forse il film più completo, c’è di tutto e ci sono vari tipi di sinfonie. Questo quarto capitolo è quello di transizione della saga, ovvero l’episodio che decreta “la fine dei giochi – dell’adolescenza” e porta i protagonisti a maturare in fretta e diventare adulti. Si passa dalla fiaba colorata a una dark. Dyle, con la sua musica, sottolinea in maniera magnifica tutto ciò proponendo brani ormai immortali e noti sia ai fan che non. Tracce dalla drammaturgia molto potente e che arricchiscono la pellicola è sono uno dei punti forte della saga. Certo, la partitura de il Calice di fuoco è diversa dalle ariose e classiche tracce di Williams, ma vista la complessità della storia, ricca di numerosi spunti emozionali, Doyle riesce a destreggiarsi in maniera più che egregia in ogni situazione. Meno virtuoso di Williams e meno coeso come colonna sonora (in un’ottica di analisi dell’intera partitura del film), ma sicuramente puntuale nel sottolineare i momenti salienti con tracce godibili, orecchiabili e di facile comprensione.
L’Orchestra Italiana del Cinema, composta da circa 80 elementi, condotta dal maestro Timothy Henty è egregia nell’esecuzione e rende le variegate partiture in modo perfetto. Difficili nella resa, in quanto c’è spesso un repentino cambiamento di tono, ma nel suo complesso, l’orchestra è perfetta. Henty, prima del cine-concerto, invita il nutrito pubblico milanese al divertimento a godersi l’esperienza del cine-concerto, incoraggiandolo ad applaudire i loro momenti preferiti. Un cinceconcerto fatto quasi da fan per i fan, dove la componente musicale è primaria e più essenziale della visione. Avete già visto i film di HP? Si, ma li avete mai ascoltati? Ebbene, Henty e la serie di cineconcerti dedicati al mago più famoso al mondo sembrano voler sottolineare questa cosa: oltre al film c’è molto di più e la musica non è affatto secondaria, anzi spesso è una componente essenziale e vitale nella riuscita di una pellicola. Sentire per comprendere, attraverso la musica, una diversa sfaccettatura della mitologia della propria saga preferita. Alla fine della visione, scroscianti applausi per la conclusione di un’esperienza unica, divertente e godibilissima. Intrattenimento puro che con l’ausilio della musica rende magica la serata. Un live imperdibile e che consigliamo vivamente di vivere almeno una volta della vita. Assistere per godersi un’esperienza atipica e che va aldilà della semplice visone del film.
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