Carel Fabritius fu un pittore della scuola fiamminga e allievo di Rembrandt, che morì a soli 32 anni, nel 1654. L’artista, infatti, restò vittima di un grave incendio che scoppiò nella città di Delft, dove in quel momento risiedeva, e a farne le spese furono anche i suoi dipinti; uno dei pochi a restare intatto fu Il Cardellino, un trompe d’oeil di piccole dimensioni, oggi conservato al Mauritshius de L’Aia.

Proprio da questa particolare vicenda trae ispirazione Il Cardellino di John Crowley, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Donna Tartt, che nel 2014 si aggiudicò il premio Pulitzer.

Protagonista della storia è il tredicenne Theo, che perde la madre in un attentato al Metropolitan Museum di New York e si salva per miracolo. Il ragazzino viene affidato alla famiglia del suo amico Andy, i Barbour, e fa la conoscenza dell’antiquario Hobie e della coetanea Pippa, anche lei sopravvissuta all’attentato. Proprio mentre la vita di Theo comincia ad assumere una parvenza di stabilità, ricompare il padre alcolizzato Larry per portarlo con sé a Las Vegas. Nonostante la preziosa e turbolenta amicizia con lo stranissimo Boris, Theo fuggirà per tornare dove davvero si sente a casa.

Il film di Crowley è un opera di grande eleganza e scorrevolezza narrativa, dove la prima parte si presenta come il classico coming of age e accompagna un adolescente che cerca di riprendersi da un trauma di un certo peso coltivando rapporti con individui a lui affini, perché magari ne condividono gli interessi (Samantha Barbour e Hobie) o le vicissitudini (Pippa e Boris), oltre che il sincero sentimento di affetto. La seconda parte vede invece un adulto silenzioso e malinconico, che si crogiola nel passato (non a caso lavora come antiquario), dipendente dalle droghe e sentimentalmente insoddisfatto, deciso però a rimanere in questa situazione per via dell’affetto che lo lega al simulacro della figura materna (Samantha). In tutti gli anni vissuti dal giorno dell’attentato e in tutti i suoi spostamenti, Theo ha tuttavia conservato gelosamente il dipinto de Il Cardellino, rimasto integro nelle macerie del museo. Il quadro è un oggetto per lui preziosissimo, che spesso tiene stretto a sé come una sorta di “coperta di Linus”, poiché lo considera l’unico legame tangibile con la defunta madre e con la spensieratezza dell’infanzia. Solo l’idea di aver perso il quadro per una serie di vicissitudini, infatti, smuoverà il ragazzo dal suo immobilismo per recuperarlo e andare incontro al suo destino.

Caratterizzato da una catena di eventi ad ampio respiro, il film presenta una narrazione lineare (nonostante i flashback e i salti temporali) e dilatata, che abbraccia la giovinezza del suo protagonista e i numerosi personaggi di contorno con estrema intensità e dolcezza, delineando le varie personalità in una maniera molto coerente e nitida, come non lo si vede spesso sul grande schermo. Il merito di ciò va alla maestria della sceneggiatura ad opera di Peter Straughan che, a partire da ben 900 pagine di romanzo, ricava una storia di grande spessore, che permette di partecipare emotivamente al progredire dell’intreccio e soprattutto al cementificarsi dei rapporti tra i personaggi, lasciando intenzionalmente molti interrogativi senza risposta. Di grande incisività è anche il cast, in cui troviamo Oakes Fegley, Ansel Elgort, Sarah Paulson, Luke Wilson, una sempre divina Nicole Kidman e Finn Wolfhard, che regala senza dubbio la prova migliore.

Ma il filo conduttore del film rimane tuttavia l’amore per l’arte e l’antiquariato, malinconica metafora dell’attaccamento a un tempo che non c’è più e che non ci si rassegna a lasciar andare, ma anche della volontà di prendersi cura di un oggetto che porta con sé il ricordo di una porzione di vita in cui il mondo era circondato dalla bellezza.

Il Cardellino è un film davvero raro nel suo genere, intenso e profondo anche se non indimenticabile, che probabilmente non sarebbe apprezzato dal pubblico come merita; è forse per questa ragione che si è deciso di non portarlo nelle sale, ma di permettere di visionarlo solo in digitale. Dal 6 dicembre è possibile infatti noleggiarlo o acquistarlo su numerose piattaforme, come Apple Tv, Itunes, Google Play, YouTube, Infinty, Sky Primafila, Chili, Rakuten Tv, TIMVision, Playstation Store e Microsoft Film&Tv.

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