Si avvicina il lancio del Trieste Science+Fiction Festival, la manifestazione dedicata al mondo del fantastico in programma dal 29 ottobre al 3 novembre. E per scaldare i motori e i cuori dei fan il festival della fantascienza annuncia un altro gruppo di titoli in anteprima della selezione ufficiale 2019.
Si comincia con gli amatissimi e attesissimi cyborg di “Terminator” creati da James Cameron in proiezione mercoledì 30, proseguendo con “Last Sunrise”, il primo film cinese in concorso a Trieste, i supereroi negletti di “Code 8” e quelli problematici di “Blind Spot”, fino all’originale interpretazione afro-futuristica di “Jesus Shows You the Way to the Highway”. La selezione ufficiale del Trieste Science+Fiction Festival disegna una mappa del fantastico che invita lo spettatore all’esplorazione di territori inesplorati e avventurosi con un programma che si arricchisce via via di suggestioni fantastiche.
Terminator: Destino Oscuro (Terminator: Dark Fate)
di Tim Miller, con Linda Hamilton, Arnold Schwarzenegger, Mackenzie Davis, Natalia Reyes. Stati Uniti, 2019, 128′.
Terminator: Destino Oscuro riunisce, per la prima volta dopo 28 anni, il Premio Oscar James Cameron con le star della serie originale Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger in una elettrizzante nuova avventura che riprende da dove ci aveva lasciati Terminator 2 – Il giorno del giudizio.
Il regista Tim Miller (Deadpool, Love, Death & Robots) racconta così la genesi del nuovo Terminator: “Ci siamo riuniti in una stanza io, Jim [Cameron] e il produttore David Ellison per sviscerare una serie di interrogativi. Cose come: la storia dev’essere ambientata nel presente, nel passato o nel futuro? Deve incentrarsi su Sarah o su John? […] Il futuro non è solo più strano di quanto immaginiamo, è perfino più strano di quanto possiamo anche solo cercare di immaginare. Non penso che le intelligenze artificiali abbiamo come obiettivo quello di eliminarci. Non sappiamo cosa diventeranno, ma certo saranno in grado di evolversi in un giorno più di quanto noi abbiamo fatto in milioni di anni. Al momento, scelgo di credere che saranno migliori di noi.” In collaborazione con 20th Century Fox.
Code 8
di Jeff Chan, con Stephen Amell, Robbie Amell, Sung Kang, Kari Matchett. Canada, 2019, 98′.
Jeff Chan presenta a Trieste, in anteprima italiana, il suo action sci-fi, tratto dall’omonimo cortometraggio che ha raccolto più di 2 milioni di dollari in crowdfunding. In un futuro in cui le autorità perseguono i “diversi”, un uomo dotato di superpoteri non ha altra scelta che accettare l’offerta di un criminale che vuole sfruttare le sue abilità, anche a rischio di attirare l’attenzione delle agenzie di sicurezza. Come dichiara Robbie Amell Code 8 “non è un film di supereroi in costume: siamo in un mondo più cupo dove i supereroi non sono osannati.”
Last Sunrise (最后的日出)
di Wen Ren, con Jue Zhang, Ran Zhang. Cina, 2019, 104′.
Last Sunrise è una di quelle storie che riflettono la luce dello spirito umano che brilla nei momenti più bui. Un futuro basato sull’energia solare precipita nel caos quando il sole scompare, obbligando un solitario astronomo e la sua spumeggiante vicina a lasciare la città. La temperatura scende sotto lo zero e l’ossigeno si esaurisce: l’unica speranza è nel Distretto Quattro, la loro destinazione. Dalla Cina arriva uno dei film di sci-fi più amati e premiati nel circuito dei festival. Wen Ren presenta, in anteprima per l’Italia, il primo film cinese in concorso a Trieste: “è anche uno dei primi, pochissimi film di fantascienza cinesi, realizzati in Cina e presentati nel circuito dei festival. Abbiamo girato per 14 giorni, a -26 °C, con una troupe di più di un centinaio di persone, spostandoci per oltre 1600 km. E ce l’abbiamo fatta con meno di 220.000 euro.”
Jesus Shows You the Way to the Highway
di Miguel Llansó, con Daniel Tadesse Gagano, Agustín Mateo, Guillermo Llansó, Gerda-Anette Allikas. Spagna, Estonia, Etiopia, Lettonia, Romania, UK, 2019, 82′.
Gli agenti speciali Palmer e Gagano hanno il compito di distruggere un pericoloso virus informatico chiamato “Unione Sovietica”. Entrati nel sistema attraverso la realtà virtuale, scopriranno di essere finiti in una trappola: il virus è molto più complesso di quanto immaginassero. Miguel Llansó, già al TS+FF nel 2015 con Crumbs, torna a Trieste con una baraonda delirante come un Matrix in acido.
Molto interessante la posizione del regista Miguel Llansó nei confronti della fantascienza: “coi miei film precedenti ho iniziato un viaggio lungo la strada della fantascienza distopica da un punto di vista afro-futuristico. […] La globalizzazione si presenta in Africa come nel resto del mondo: un puro e crudo capitalismo. Lo scontro fra le più estreme forme di industrializzazione capitalistica e il permanere di tradizioni millenarie crea degli amalgami mostruosi; il risultato è delirante e spesso straziante: poster che pubblicizzano viaggi verso simulacri del piacere fra i grattacieli di Dubai ricoprono le tradizionali case di argilla nei cui cortili risuona Beyoncé mentre si macellano capre e polli.” In anteprima italiana.
Sea Fever
di Neasa Hardiman, con Hermione Corfield, Dougray Scott, Connie Nielsen, Ardalan Esmaili. Irlanda, Svezia, Belgio, 2019, 91′.
Una misteriosa creatura ha intrappolato il peschereccio su cui Siobhán, solitaria studentessa di biologia marina, sta facendo delle ricerche. Nella lotta per la sopravvivenza, Siobhán dovrà guadagnarsi la fiducia dell’equipaggio. Un monster movie che è anche un thriller surreale e ci parla di responsabilità: verso di noi, le nostre azioni, la nostra comunità e il mondo intero.
Neasa Hardiman, scrittrice e regista, vincitrice di due BAFTA, opera nel cinema e nella tv (le serie Happy Valley (BBC/Netflix) e Jessica Jones (Marvel/Netflix) sono fra i suoi lavori di grande successo) racconta così: “Sea Fever trova la sua origine nell’antica tradizione europea del cinema espressionista, in cui la metafora centrale del film fa guardare alle problematiche più serie del nostro presente attraverso la lente di una storia avvincente. […]
Volevo scardinare quella tipica rappresentazione che travisa e marginalizza le persone che hanno un’opinione diversa.” In anteprima europea.
Blind Spot (L’angle mort)
di Pierre Trividic, Patrick Mario Bernard, con Jean-Cristophe Folly, Isabelle Carré, Golshifteh Farahani, Sami Ameziane. Francia, 2019, 104’.
Dominick ha il potere di diventare invisibile, ma lo usa di rado, giusto per dare un’occhiata alle attività dei vicini. È un segreto di cui non sa nemmeno la sua fidanzata. Dominick è un uomo come tanti: lavora, vive in un appartamento e del suo potere non sa cosa farsene. Finché non comincia a perderne il controllo… I supereroi non sono mai stati così vulnerabili… Pierre Trividic e Patrick Mario Bernard presentano, un anti-supereroe più vicino all’accoppiata Peter Parker/Spiderman, che vende pizza per sopravvivere, piuttosto che a Bruce Wayne/Batman, che vive in un maniero: “il nostro protagonista si sente perso, fra le altre cose. La maniera più semplice era di fare dell’invisibilità un dono naturale, senza offrire alcuna spiegazione. Una creatura che perde il controllo, come tante altre. Dominick non ha scelto di essere invisibile.” In anteprima italiana.
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