Giunto alla notorietà nel 2003 con Alta tensione, il regista francese Alexandre Aja ha poi diretto svariati film negli Stati Uniti, quasi sempre horror e quasi sempre con risultati discutibili. Il suo ultimo lavoro è Crawl, con protagonista Kaya Scodelario. L’attrice interpreta Haley, nuotatrice dilettante che si ritrova a dover salvare il padre Dave (Barry Pepper), intrappolato nel seminterrato della sua casa durante un’alluvione devastante. La presenza di numerosi alligatori, infiltratisi nell’ormai allagato luogo, renderà alquanto difficile il salvataggio.
Il titolo Crawl è un gioco di parole voluto. Il termine può essere tradotto con “seminterrato”, ma anche con “strisciare”, movimento che gli stretti spazi del seminterrato costringeranno Haley e Dave a eseguire spesso. Allo stesso tempo però, crawl è anche la parola inglese che indica lo stile libero, in riferimento all’attività di nuotatrice di Haley. Purtroppo, questa finezza nella scelta del titolo è la trovata più brillante che il film possa vantare.
Crawl può essere infatti apprezzato appieno solo da un pubblico anestetizzato al b movie. Perché del b movie più grezzo ha tutto: violenza ad ogni costo, jumpscare, prevedibilità, implausibilità e forzature come se piovesse (pun intended). Vero è che non ci si potesse aspettare chissà cosa da un film con premesse come quelle di Crawl. Tuttavia, al di là del già citato pubblico di riferimento, gli spettatori che potrebbero apprezzarlo sono probabilmente pochissimi.
Il film si diverte a sottolineare il ruolo da protagonisti di Haley e Dave nel miglior modo possibile: uccidendo ogni nuovo personaggio che compaia. Dopotutto, l’unica sottotrama che conti davvero qualcosa è quella che riguarda il loro rapporto. Una famiglia in crisi; la perdita dei contatti; una carriera, quella del nuoto, intrapresa solo per imposizione paterna. La stessa carriera che paradossalmente permetterà alla ragazza di provare a salvare sé stessa e il padre. La stessa carriera che probabilmente verrà interrotta a causa delle ferite riportate da Haley. Ma alla fine l’importante è salvarsi (e soprattutto salvare l’adorabile cagnolino).
Tra i punti forti della campagna promozionale di Crawl c’è il nome di Sam Raimi, produttore del film. Come Haley è stata attirata nel pericoloso seminterrato alla ricerca del padre, molti spettatori verranno attirati in sala dal nome di Raimi. Si spera per loro che si siano preparati nuotando a sufficienza nel mare di horror mediocri.
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