Nel 2015 uscì nelle sale norvegesi The Wave di Roar Uthaug, considerabile il primo disaster movie scandinavo. Il film ricevette critiche positive e fu il candidato norvegese all’Oscar per il miglior film straniero, non riuscendo però ad entrare nella shortlist. Tre anni dopo, John Andreas Andersen ne trasse un sequel, intitolato The Quake, che dall’8 agosto uscirà anche nelle sale italiane. Kristoffer Joner, Ane Dahl Torp, Jonas Hoff Oftebro e Edith Haagenrud-Sande riprendono i loro ruoli in una storia che stavolta vede come centrale evento catastrofico un terremoto, al contrario del capitolo precedente nel quale la forza nemica era uno tsunami.

È necessaria una premessa: pur essendo un film catastrofico, The Quake è stato girato con un budget risicato, imparagonabile a quello delle sue controparti hollywoodiane. Gli effetti speciali sono stati perciò ridotti al minimo; tuttavia questo aspetto non deve essere visto con negatività. Non potendo infatti destinare una quantità eccessiva di tempo alle scene di devastazione, The Quake può (deve) compensare con altro.

Lo fa, innanzitutto, caratterizzando efficacemente i suoi personaggi. Dopo gli eventi del film precedente, Kristian (Joner) è un eroe nazionale, ma la moglie Idun (Torp) sta divorziando da lui; per questo motivo vede ormai pochissimo i figli Julia (Haagenrud-Sande) e Sondre (Oftebro), e si ritrova immerso in un periodo buio. I momenti che vedono Kristian dialogare con i membri della sua famiglia sono numerosi e ben calibrati. Risulta molto più facile affezionarsi al geologo-eroe ed ai suoi cari che al protagonista di un qualunque disaster movie di stampo americano.

Una formula simile viene utilizzata anche nel contesto post-catastrofico. I personaggi principali sono quasi tutti all’interno di un grattacielo al momento della scossa; Kristian e Idun si ritrovano chiusi in un ascensore, mentre Julia e Marit (Kathrine Thorborg Johansen), figlia di un collega deceduto di Kristian, si sforzano di fuggire dall’edificio inclinato senza cadere. Questo contesto mantiene alta la tensione senza bisogno di ricorrere ad effetti visivi troppo incisivi, permettendo inoltre di continuare a enfatizzare i rapporti tra i personaggi.

Per tutte queste ragioni, The Quake probabilmente potrebbe deludere gli spettatori in cerca di un film catastrofico convenzionale. Ma proprio per le sue trovate d’occorrenza riesce a distinguersi dagli altri suoi simili e a rivelarsi una gradevole variazione sul tema. Dopo l’ondata di mediocrità e scarsezza che il genere ha prodotto nel decennio in conclusione, l’arrivo di un qualunque The Quake è senz’altro ben accetto.

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