Durante un’intervista approfondita con Deadline, il regista interrompe il suo silenzio (autoimposto dopo i “casini” emersi con la Disney) e si apre con la testata, toccando numerosi punti. Parla anche dell’enorme supporto che ha ricevuto dal cast, la sua decisione di prendere il timone di The Suicide Squad e altro ancora.
Sul licenziamento:
Gunn sostiene di non incolpare nessuno per quello che è successo e accetta la piena responsabilità. Anche se ammette che il primo giorno dopo aver saputo che la notizia era “la più intensa della sua vita”, non ha alcuna cattiveria nei confronti della Disney e crede che abbiano agito al meglio.
“Disney ha avuto il diritto di licenziarmi, non era un problema di libertà di espressione, ho detto qualcosa che non gli piaceva e avevano completamente il diritto di licenziarmi.”
Sul supporto del cast:
Gunn continua dicendo che “quel giorno è stato il peggiore della mia vita, e per un aspetto è stato il giorno più intenso della mia vita” a causa dell’effusione di amore e sostegno che è stato dimostrato da quelli più vicini a lui. In particolare dal cast di Guardiani della Galassia.
Dalla mia fidanzata Jen; il mio produttore e i miei agenti; Chris Pratt mi chiama e dà di matto; Zoe Saldana e Karen Gillan, tutte mi chiamano e piangono. Sylvester Stallone mi chiede un FaceTime. E, naturalmente, Dave Bautista, che si è espresso in maniera cosi forte e intensa. Quell’ammontare di amore che provavo dai miei amici, dalla mia famiglia e dalle persone della comunità era assolutamente travolgente.
Sul ritorno al franchise Disney-Marvel:
Apparentemente, Gunn stava per iniziare a realizzare The Suicide Squad per la WB quando l’Alan Horn della Disney – che James aveva sempre ammirato e rispettato – gli ha chiesto di passare nel suo ufficio per una chiacchierata.
A Hollywood senti che tutti sono spietati. Questo è vero, ma ci sono anche molte persone davvero gentili e buone. Sono sempre attratto dal trovare quella bontà in posti che non ci aspettiamo, spesso nei personaggi dei miei film. Ho avuto un pò di lacrime negli occhi nel suo ufficio. E poi dovevo andare a dire a Kevin Feige che avevo appena deciso di fare The Suicide Squad, quindi questo mi rendeva molto nervoso.
Sul Terzo volume dei Guardiani:
Gunn rivela che la parte più triste dell’essere licenziato è che non pensava che sarebbe mai stato in grado di finire la storia di Rocket.
Rocket sono io, lo sono davvero, anche se sembra narcisistico. Groot è come il mio cane. Adoro Groot in un modo completamente diverso. Mi riferisco a Rocket e provo compassione per Rocket, ma sento anche che la sua storia non è stata completata. Ha un arco che è iniziato nel primo film, è proseguito nel secondo e attraversa Infinity War e Endgame, e poi mi sono impostato per finire quell’arco in Guadini 3. Questa è stata una grande perdita per me – non essere in grado di finire quella storia, anche se ero confortato dal fatto che stavano ancora pensando di usare la mia sceneggiatura.
Su The Suicide Squad:
Gunn non entra nello specifico della trama, ma è sicuramente felice della sceneggiatura.
Il seguito di Suicide Squad, ha iniziato immediatamente a fluire. Non penso di essermi divertito tanto a scrivere una sceneggiatura, forse Dawn of the Dead.
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