Nel cinema di questo secolo, la serie di film action John Wick è riuscita come nessun’altra a inserire scene d’azione memorabili in un’atmosfera tra il fumettistico e il “mitologico”. John Wick 3 – Parabellum, sempre diretto da Chad Stahelski, procede sulla stessa linea, iniziando a raccontare la sua storia proprio dal termine della precedente. L’infallibile killer e combattente John Wick (Keanu Reeves) è ormai ricercato in tutto il mondo dopo aver violato una regola fondamentale del sottobosco criminale. Dovrà quindi mettersi in salvo e trovare il modo di redimersi, continuando intanto a combattere contro le decine di avversari desiderosi di incassare la taglia sulla sua testa.
Questo terzo capitolo della saga è senz’altro il più dantesco tra tutti. Riferimenti alla Divina Commedia sono presenti sia sotto forma di citazione diretta che a livello di idee di trama. John attraversa un vero e proprio inferno in un percorso verso la purificazione, accompagnato da guide come Sofia (Halle Berry) e circondato da avidità, violenza e morte.
Inutile dire quanta potenza abbiano le scene d’azione. Come nei film precedenti, anche qui John e i suoi compagni combattono senza esclusione di colpi in una serie di conflitti magnificamente messi in scena. Coreografie mozzafiato, ritmo serratissimo e uso di ogni tipo di arma (anche e soprattutto quelle improprie) rendono i momenti di scontro in Parabellum delle vere perle del cinema action contemporaneo. La fotografia ricca di colore contribuisce a dare al film un’atmosfera pop che ben si sposa con l’esagerazione delle sue sequenze, confermando il carattere singolare del film e della saga cui appartiene.
Un aspetto della saga di John Wick che non va assolutamente sottovalutato è però il worldbuilding. Ogni film della serie ha contribuito a costruire un’ambientazione coerente, con delle proprie regole e una propria iconografia, il tutto genuinamente sopra le righe. Anche Parabellum espande questa costruzione, stavolta rifacendosi al mondo mediorientale, dal quale non a caso provengono le origini stesse della parola “assassino”. Viene anche introdotto il principale organo di controllo del mondo criminale, rappresentato da un’implacabile agente senza nome (Asia Kate Dillon) con l’incarico di giudicare le azioni di Winston (Ian McShane) e Bowery King (Laurence Fishburne).
Parabellum è quindi ideale proseguimento di una saga che è sempre più difficile non analizzare nel suo complesso. Ogni capitolo è parte di una costruzione complessa ed estremamente espandibile, che anche senza l’utilizzo di elementi di fantascienza e fantasy, ormai apparentemente obbligatoria, è riuscita a distinguersi e scrivere una nuova pagina nel mondo dell’action occidentale. Spin-off e sequel, oltre ai prodotti ancillari, sono già all’orizzonte, e il fatto che siano stati generati da un progetto di tale unicità e qualità non può che essere una bella notizia.
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