Il 5 aprile Netflix ha pubblicato le nove puntate che concludono la prima stagione de Le terrificanti avventure di Sabrina, chiudendo in maniera magistrale un primo ciclo di episodi dal livello notevole di scrittura e di architettura seriale. Questa seconda parte è molto “demoniaca” e “oscura” e si differisce notevolmente dalla prima. Se i precedenti 11 episodi erano quasi autoconclusivi e focalizzati sulla linea narrativa “Sabrina che deve firmare il libro della bestia”, questi ultimi rivelano il piano finale in modo più verticale e oscuro. Infatti, la giovane strega si dedica alla vita magica e si immerge completamente all’Accademia della Arti Oscure.
Ormai “convertita” al Signore Oscuro, la giovane strega vive di eccessi e si addentra maggiormente nell’oscurità del mondo della magia e della Chiesa della Notte. Ci sono tradimenti, rivelazioni schioccanti e influenze bibliche ancestrali in pieno stile apocalittico. La prima parte si focalizzava prevalentemente sulla parte mortale di Sabrina, dando ampio spazio ai suoi amici liceali, con episodi che erano costruiti seguendo la logica della strega giovane, inesperta, che per far del bene rischia di rovinare tutto causando gravi pasticci demoniaci. Una conversione lenta e mirata senza però fornire un quadro complessivo di tali avvenimenti. Ora, questi nuovi episodi ci rivelano il piano finale, mettendo a posto tutti i pezzi del puzzle e portando ad una degna conclusione questa prima stagione. La storia è molto più lineare e disseminata lungo queste nove puntante che hanno un’impostazione focalizzata sull’accettazione da parte di Sabrina di far parte del mondo di Satana. Immersa totalmente nella Chiesa della Notte, la giovane strega è costretta a sradicare vecchie e stantie linee guida del mondo magico imposte da Padre Blackwood che vuole riportare regole bigotte, retrograde e maschiliste. Oscurità, eccessi e un mondo più seducente e accattivante, portano Sabrina a mettere da parte la sua metà umana per concentrarsi maggiormente sull’Accademia delle Arti Oscure, tralasciando gli amici liceali.
Questi nuovi episodi spingono maggiormente sull’acceleratore e offrono, in alcuni casi come l’episodio sui tarocchi, degli espedienti narrativi interessanti, atipici, ma coesi con la mitologia interna della serie. Una risolutezza più spiccia che però non porta stravolgimenti nelle peculiarità dello show. Sabrina, nonostante la “conversione oscura”, rimane una mezza mortale dal cuore tenero che si batte per l’uguaglianza, le pari opportunità e si oppone al Signore Oscuro. L’impostazione femminista è stata una chiave di volta nel successo della serie e in questa seconda parte si conferma una svolta vincente in cui, finalmente, si mostra una giovane donna forte, battagliera, che si prodiga per le pari opportunità. Non solo la protagonista, i personaggi più importanti sono donne e ognuna di esse ha delle peculiarità ben strutturate e caratterizzate. Inoltre, essendo un teen drama, lo show propone storyline con tematiche che riguardano i giovanissimi e perciò, le storie trattano anche di argomenti adolescenziali come il sesso, l’emancipazione, il rapporto con gli adulti e il cambiamento di genere (in questo secondo parte ampliato con la consapevolezza di Susy di abbracciare il suo lato maschile, facendosi chiamare Theo). Tutto ciò senza tralasciare la sua mitologia demoniaca e portando avanti una storia legata più alla bibbia.
In questa seconda parte si ha la visione completa della grande storia della prima stagione. Sono presenti numerose rivelazioni e sconvolgimenti. L’accelerazione narrativa porta la storia a focalizzarsi prettamente su Sabrina, tralasciando alcuni personaggi secondari amati dal grande pubblico (come gli amici liceali che hanno molto meno spazio, seppur abbiano un ruolo importante), ma nonostante ciò si rivela una buona storia che trova un’epica risoluzione negli episodi conclusivi. La preside Wardwell (aka Lilith) è uno dei personaggi che assumono un ruolo di rilievo in questa seconda parte e, alla fine, emerge come uno dei più affascinanti e riusciti dell’intera storia. Se nella prima parte era un semplice braccio al servizio del Signore Oscuro, in quest’ultima è una vera e propria co-protagonista. Il suo passato viene approfondito in modo adeguato e soddisfacente. Il suo continuo gioco di antagonismo/alleanza nei confronti di Sabrina è gestito in maniera accattivante e seducente. Il suo peso nella mitologia si fa sentire e assume una grande rilevanza nella conclusione.
Nonostante la velocità di svolgimento di queste nuove puntante mostri più difetti che pregi, Le terrificanti avventure di Sabrina si rivela una serie moderna, in linea con un trend adolescenziale più maturo e ampio di tematiche. Lo show si rivela abile nel saper offrire una storia di puro intrattenimento con una forte mitologia con argomenti tipici del teen drama. A livello di architettura seriale, la serie di Netflix è moderna, ben strutturata e caratterizzata. Funziona bene e ha una presa enorme sul pubblico di giovanissimo (ovvero sul suo pubblico di riferimento). Seducente, ben scritta e delineata, le terrificanti avventura di Sabrina si conferma una delle migliori serie tv originali dello streamer.
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