Turn Up Charlie è una serie tv dramedy di Netflix con protagonista Idris Elba nelle vesti di un fallito DJ che si ritrova a fare il babysitter alla figlia pre-adolescente del suo migliore amico. Ambientata a Londra, lo show è di breve natura con otto puntate dalla durata di 25 minuti ciascuna. Grazie alla sua concezione di breve serialità, Turn up Charlie si rivela un mediocre prodotto audiovisivo di intrattenimento. Niente di memorabile, tuttavia è guardabile e si segue con facilità ed è caratterizzata dalla sintesi.

Il prodotto è molto divertente e in poco tempo è in grado di sviluppare diverse storyline, focalizzandosi sul nucleo principali di protagonisti, proponendo diversi intrecci interessanti. La serie gioca sul filo tra commedia e dramma e propone una storia centrale (Charlie che fa il babysitter alla ragazzina), di natura comica/buffa, per poi, in secondo piano, raccontare la rinascita di un DJ e il rapporto di coppia della famiglia della ragazzina.

Charlie è un DJ squattrinato e che da anni non è più in grado di risalire nelle classifiche musicali. Nonostante abbia oltre quarant’anni, vive con sua zia a Londra e si adopera a qualsiasi lavoretto pur di racimolare qualche soldo per vivere. Il suo migliore amico ritorna da Los Angeles, dove si è formato come attore, con la famiglia, la moglie è una famosa DJ mentre la loro figlia è una pre-adolescente molto sveglia e vivace, e per aiuto chiede a Charlie di badare alla sua figlioletta. Charlie accetta e da quel momento iniziano le due disavventure.

Creata da Idris Elba, che nella realtà è anche un DJ quindi lo show è semi-autobiografico, la serie offre molti spunti narrativi, a volte accennati e mal gestiti mentre alcuni, i centrali, sono divertenti e hanno uno sviluppo lineare e semplice. Elba-centrica, Turn up Charlie deve tutto alla sua star che si accolla tutto il peso dello show che altrimenti sarebbe crollato dai numerosi malesseri di scrittura. Infatti, sotto un profilo narrativo non è così ben dosata e intricata. I dialoghi e le situazioni, spesso, sono banali e poco d’impatto. Poco originale e a volte, impalpabile, senza mordente e convinzione di poter trovare una linea uniforme. Come accennato nell’incipit, c’è tanto, forse troppo, nella serie. Tanti sviluppi che non permettono allo show di focalizzarsi su una pista predefinita. Troppe diramazioni che la fanno deragliare dal suo scopo principale, che non è così chiaro (Quale è il cuore della storia? Bho). Quindi, sotto un profilo diegetico, la serie è sbilanciata e mal gestita, tuttavia, essendo sintetica e sbrigativa, tali errori non disturbano e Turn up Charlie si guarda volentieri grazie alla sua breve durata. Visto l’alto tasso di prodotti seriali, la succinta temporalità è un enorme punto a suo favore. Elba è molto bravo ed è il fulcro di tutto e perciò regge bene. Certo, dal punto di vista seriale, la serie non offre nessuno spunto innovativo, di originalità, e in molti casi è uno show scialbo, acerbo e poco definito dal punto di vista narrativo. Disomogenea che poteva sfruttare meglio la fisicità di Elba per costruire gag comiche. Spesso emerge l’incapacità di non saper scegliere in che direzione for decollare lo show e se dirigerlo su aspetti comici o drammatici.

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