Resoconto di una giornata al Nerd Show di Bologna.

Si è svolto dal 9 al 10 febbraio 2019 il Nerd Show di Bologna, la fiera di tutto ciò che concerna la “cultura nerd”.

Fumetti, film, serie tv, videogiochi e cosplaying (tanto cosplaying!) sono stati il succo di questa due giorni di eventi e di incontri interessanti.

Grande successo hanno riscosso soprattutto gli youtuber. A questi, infatti, il Nerd Show riserva un focus particolare dal momento che la piattaforma di video online è ormai il luogo d’elezione per tutti gli appassionati nerdofili. Numerose infatti sono state le file che i fan hanno fatto attorno alle aree signing per una foto e/o un autografo con i propri beniamini (tra i più famosi: LaSabri, The Mates, CaptainBlazer…).
Tra gli eventi speciali di questa edizione si segnalano la novità del wrestling (anch’esso di grande successo tra la folla) e La TV dei ragazzi un incontro-show in cui si sono esibiti alcuni dei protagonisti della celebre trasmissione tv anni 80/90 BimBumBam.
Tra i concerti grande successo ha ottenuto il live di Giorgio Vanni (che ha avuto una guest star d’eccezione: Giovanni Muciaccia) e The Spleen Orchestra-Tim Burton Show, una band che ha come unico scopo quello di rendere omaggio al genio del regista di Nightmare Before Christmas.

 

Grande spazio ovviamente è stato dato anche la mondo dell’audiovisivo, in particolare per quanto riguarda il mondo dell‘animazione.
In questo campo sono state presentate alcune cose veramente interessanti.

La prima riguarda il mondo degli anime, protagonisti di questa edizione grazie a Crunchyroll, nuova piattaforma streaming specializzata in anime giapponesi (e orientali in generale) con ben 300 titoli presenti nel proprio catalogo.
La particolarità di questa piattaforma, sviluppata per essere fruita anche attraverso una comoda app, è il fatto di essere gratuita e di fornire le serie animate subito dopo la messa in onda delle televisioni giapponesi. Essendo gratuita ovviamente ci sono spazi pubblicitari obbligatori, scansabili attraverso la sottoscrizione dell’abbonamento Premium che permette di vedere in HD i contenuti della piattaforma senza interruzioni commerciali. Il tutto a soli 4,99€ al mese (per i nuovi iscritti è comunque previsto un periodo di prova Premium di 14 giorni).

Grazie alla collaborazione con questa piattaforma è stato possibile vedere, nella sala proiezioni apposita della Fiera, alcune chicche come le anteprime della stagione 3 de L’attacco dei Giganti e la stagione 2 di Mob Psycho 100.

Per quanto riguarda il mondo della serialità televisiva tout court, particolarmente interessante è stato l’incontro del 10 febbraio relativo al mondo del doppiaggio.

La questione del doppiaggio, infatti, è un argomento ampiamente dibattuto (e non solo nel mondo dell’animazione) tra detrattori e appassionati di questo particolare mestiere audiovisivo.
Gli ospiti erano naturalmente di parte trattandosi di Fabrizio Mazzotta (storica voce di personaggi dei cartoni animati come Krusty il Clown, Puffo Brontolone ed Eros di Pollon) e Alberto Pagnotta (youtuber e doppiatore divenuto famoso per il format Un Po’ di voci). Ma l’incontro è stato ancora più interessante in quanto ha messo in luce delle peculiarità di questa pratica ricorrente della settima arte.

Nella foto Alberto Pagnotta (maglione nero) e Fabrizio Mazzotta (maglione verde), protagonisti dell’incontro sul doppiaggio a cura di Nerd Show 2019.

I mediatori dell’incontro hanno chiesto ai due ospiti cosa li ha spinti ad intraprendere questa carriera in un mondo che è sempre e comunque “sotterraneo” nel mondo (più ampio) della recitazione. Per Pagnotta “si tratta di una sfida vocale più che fisica, è un modo per mettersi alla prova come attori in un contesto che ti consente di usare come unico strumento la tua voce e basta”.

Mazzotta, invece, racconta della sua carriera che nasce come attore teatrale e televisivo (per alcuni spot pubblicitari) e che poi si è specializzato con successo nel mondo del doppiaggi, fino a diventare anche uno degli insegnanti più richiesti del settore nonché, a sua volta, direttore di doppiaggio.
Viene dunque ribadito il legame tra mondo del doppiaggio con il mondo della recitazione, per cui il doppiatore altro non è che un performer che ha scelto di puntare tutto sulla duttilità della propria voce, il che è una vera e propria sfida in quanto si tratta di far scaturire determinate sensazioni allo spettatore senza poter usare la mimica corporea e l’azione. Mazzotta, inoltre aggiunge il fatto che il doppiaggio è stato un evoluzione necessaria del cinema, nel suo passaggio dal muto al sonoro (viene usato dagli stessi attori per “rifare” le proprie voci in fase di post-produzione nei film sonori).
Con la differenza che il doppiatore di serie tv e film d’animazione deve fare le “voci” di altri che non sono lui, spesso non avendo neanche il tempo di impararsi per bene il copione.

Da qui, infatti, Mazzotta descrive la “giornata tipo” di un doppiatore, fatta di sessioni in cui i doppiatori si dividono in “turni” in cui prestano la voce ad alcuni personaggi per delle scene. In poco tempo bisogna leggere il copione e capire che sensazione si deve dare (per questo esistono i “direttori di doppiaggio” che, come registi, dirigono i doppiatori nel loro lavoro), ma bisogna essere veloci perché bisogna anche sincronizzare il tutto con le immagini e con il labiale dei personaggi doppiati.
Per questo occorre tanta pratica e anche una discreta capacità di improvvisazione, ma soprattutto rapidità per capire cosa succede in ogni singola scena.

I due descrivono poi la loro “gavetta” per entrare nel mondo del doppiaggio. Un mondo che è sempre stato (ed è tuttora) molto elitario ed esclusivo.

Mazzotta ricorda l’importanza di una formazione iniziale in recitazione (dizione, canto…) per poi specializzarsi successivamente nel solo doppiaggio tramite le accademie predisposte (“le sole che contano”, aggiunge) e poi di non fermarsi mai e di continuare sempre a fare esercizio e pratica in quanto “come nelle canzoni di Gianni Morandi, solo uno su mille ce la fa” e il mondo del doppiaggio è molto elitario e ci si accede solo dopo numerosi provini.
Lo stesso discorso, sebbene il suo percorso professionale sia in qualche modo “anomalo” rispetto a un normale doppiatore, viene ribadito da Pagnotta. Il quale ricorda come, prima di cominciare la carriera da youtuber, abbia comunque frequentato corsi di dizione, recitazione e doppiaggio, e che solo successivamente li abbia “trasposti” nei suoi video.
Il discorso, dunque, si sposta sul fronte-web e su come YouTube abbia, di fatto, creato nuove opportunità e nuovi lavori per il mondo dell’entertainment. “Il che è senza dubbio un vantaggio per quelli come me” afferma Pagnotta “che hanno un’ulteriore opportunità per emergere (Pagnotta ha iniziato a lavorare da alcuni anni come doppiatore professionista proprio in seguito al suo successo come youtuber, ndA), ma questo prevede anche di dover affinare capacità ulteriori rispetto a quelli normalmente previsti dal mestiere. Uno su tutti quello del montaggio perché a quel punto la performer diventa un vero e proprio show e devi essere capace di creare emozioni anche con il video. Io impiego circa due pomeriggi per girare un video e quasi un mese per montarlo”.

Vengono quindi meno tutte quelle limitazioni dette prima relative al corpo, per cui Youtube ha sdoganato il concetto per cui “il volto del doppiatore non si deve mai vedere”. Allo stesso tempo viene meno  lo “stare nascosti” dietro la sala di doppiaggio. A tal proposito, Mazzotta racconta di come, quando si fanno le registrazioni, il corpo debba restare perfettamente immobile, per evitare che si prenda contro al leggio o ad altri oggetti (registrando così anche i rumori di fondo). L’elemento che rimane inalterato però è la necessità dello studio e del mettersi in gioco in un mondo non facile.

Viene poi affrontato il difficile tema del “familismo” all’interno del mondo del doppiaggio, per cui molti doppiatori diventano tali in quanto appartenenti a famiglie che sono già all’interno di quel mondo, creando delle vere e proprie “dinastie”.
Per Mazzotta (che viene da una famiglia di attori teatrali) le dinastie sono, in qualche modo, una conseguenza inevitabile in un mestiere che, fino a qualche tempo fa, non era così popolare e veniva praticato da poche persone. In un certo senso è anche sinonimo di “qualità” in quanto i figli di doppiatori vengono avviati al mestiere fin da piccoli e quindi hanno molta più pratica alle spalle (ma aggiunge anche: “è necessario però che ci siano anche voci nuove perché la bravura si affina anche lavorando con gente diversa e con diversi tipi di voci. Altrimenti il mestiere muore”).

Ai due ospiti viene poi chiesto qual è il loro personaggio “doppiato” preferito. Per Mazzotta: “Puffo Brontolone ed Eros di Pollon, perché li vedo molto simili a me caratterialmente (ride); e poi Mignolo di Mignolo e Prof. perché il doppiatore originale (Rob Paulsen) è un vero mostro, è capace di fare cose incredibili con la propria voce al servizio del personaggio, e per me è stata una bella sfida stargli dietro cercando di fare lo stesso in italiano!”
Per Pagnotta: “Come doppiatore professionista, Clark, il miglior amico della protagonista di Diario di una nerd superstar (serie tv andata in onda su MTV), perché è un personaggio veramente ironico e schizzato e mi è piaciuto interpretarlo; come youtuber, mi sono divertito a rifare la voce di Homer Simpson perché è il personaggio con cui, da bambino, mi sono innamorato del doppiaggio”.

L’incontro ovviamente si conclude con un dialogo improvvisato tra Homer Simpson (Alberto Pagnotta) e Crusty il Clown (Fabrizio Mazzotta) che ha divertito il pubblico presente, una degna conclusione per la giornata!

 

 

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