Già dalla prime scene, è chiaro che Ralph Spacca Internet è un film diverso da quello che lo ha preceduto, Ralph Spaccatutto. Sonic the Hedgehog che spiega cos’è internet, battute sui peli di Zangief e gare sulle moto di Tron sono solo alcune delle citazioni al mondo videoludico nei primi dieci minuti del film. Quando Vanellope e Ralph entrano nella rete, ovviamente, questo meccanismo, quello della baldoria citazionistica, viene potenziato e moltiplicato, da una parte messo palesemente alla base del film stesso (che vede Ebay come causa scatenante della vicenda), dall’altra parte nascosto in migliaia di piccoli riferimenti, per gli spettatori più attenti.

Ralph Spacca Internet, quindi, è tutto ciò che il primo capitolo non è stato. In quest’ultimo, le logiche e i generi dei videogame erano il pretesto della narrativa ma ai personaggi e ai mondi videoludici del mondo reale era riservata qualche comparsata solo a inizio film. I videogiocatori si saranno sentiti molto più soddisfatti qualche anno dopo con Ready Player One, meno attento alle dinamiche multiplayer contemporanee ma molto più divertente, con i suoi infiniti easter-egg, per la grande soddisfazione di tutti gli appassionati.

Dai tempi di Chi ha incastrato Roger Rabbit? la convergenza tra mondi diegetici e piattaforme mediatiche è qualcosa che negli ultimi anni si è enormemente sviluppata e tradotta proprio in queste enormi feste visive dedicate alla cultura popolare.  Il videogioco Super Smash Bros, per esempio, consiste nella riunione di molti personaggi Nintendo messi su un ring per riempirsi di mazzate. L’ultimo capitolo per Nintendo Switch, Ultimate, non solo ha preso tutti i personaggi delle saghe precedenti ma ha aggiunto una mole enorme di combattenti presi da altre piattaforme (non Nintendo, dunque). Allo stesso modo, Kingdom Hearts III, in uscita a gennaio, vedrà personaggi della nota saga Final Fantasy interagire con i personaggi Disney, ribaltando il paradigma di Ralph (da un film Disney dove i videogiochi interagiscono tra di loro a un videogioco dove sono i film Disney a interagire).

Proprio la Casa di Topolino, dunque, sembra essere sempre più interessata a distruggere i confini dei propri film. In una scena brillante, Vanellope finisce in una sorta di Disneyland informatica, “Oh My Disney”, dove interagiscono tra loro i mondi Marvel, Star Wars, Pixar e ovviamente Disney Animation. Lo stesso concetto di “principessa Disney” diventa motivo per diverse e divertentissime gag, dove la casa di produzione parla di sé stessa in maniera mai stata così esplicita. Anche solo il fatto di aggiungere una scena dopo i titoli di coda rimanda alle fortunate scene della Marvel, e come se non bastasse, lo spettatore che dovesse rimanere in sala si godrà “un assaggio” di Frozen 2. Come già detto, però, l’intertestualità lascia anche spazi ai meccanismi di internet: il film è profondamente conscio di cosa significhi la rete per i ragazzi (haters, meme, visualizzazioni…) e si pone in questo senso in un ruolo educativo, mai forzato, anzi, verrebbe da dire utile anche a molti adulti tecnologicamente analfabeti.

Dovendo trovare il pelo nell’uovo, tutto questo strutturatissimo ambaradan lascia spazio solo ai due protagonisti, sacrificando un po’ tutti i personaggi secondari, in primis la Shank di Gal Gadot. La soluzione per il nuovo antagonista, infatti, senza fare spoiler, nasce sempre dai rapporti tra i due personaggi principali. Detto questo, la storia regge molto bene, mentre al comparto visuale vengono dedicati momenti pazzeschi che faranno la gioia dei feticisti del frame. Se la goduria audiovisiva, però, trovava spazio anche nel primo Ralph Spaccatutto, in questo sequel ad essa si aggiungono le numerose e succose citazioni, probabilmente rendendo il film migliore del precedente.

Federico Cadalanu

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