Palazzi dorati, facciate floreali, caffè e salotti che impazzano di artisti, dolci e risate. Questa la Vienna a cavallo tra Ottocento e Novecento, un periodo in cui si prospettava il futuro come radioso e prospero. Alla frivolezza della borghesia, felice nell’illusorio benessere della mondanità, iniziava a insinuarsi tra gli artisti dell’epoca un cupo presentimento di morte e sofferenza; al di sotto del dolce miele del bel mondo un baratro di decadenza, mentre si affacciava in maniera sempre più ingombrante ed oscura la prima guerra mondiale, portando con sé milioni di morti. Era il 1918, la guerra ormai conclusa, l’Impero asburgico disgregato e il volto dell’assetto geopolitico mondiale radicalmente mutato. Il periodo d’oro – la Belle Époque – apriva i suoi bei portoni a uno scenario inquietante in cui a predominare, da quel momento in poi, sarebbe stata l’irrazionalità umana.
Il docu-evento Klimt & Schiele. Eros e Psiche, diretto da Michele Mally e in sala dal 22 al 24 ottobre, immerge lo spettatore in un vero e proprio viaggio non solo artistico e culturale alla scoperta della raffinata cultura viennese, ma anche psichico e regressivo nei meandri delle menti più geniali di inizio Novecento, di cui Vienna fu centro propulsore. Geni tanto brillanti e innovatori quanto angosciati e turbati.
Guidati dalla voce narrante di Lorenzo Richelmy, Klimt e Schiele – figure emblematiche dell’Art Nouveau – vengono presi come fili conduttori da cui diramare in modo ricco e arzigogolato (come i motivi liberty floreali dello stile in questione) molteplici pittoresche vicende dell’epoca. Le creazioni dei due pittori esponenti del movimento artistico della “Secessione viennese” – deciso a recidere totalmente i legami con le asfissianti tradizioni artistiche dei “padri” accademici – diventano così specchio che riflette i sogni, le paure, le ossessioni psichiche, le pulsioni e i desideri inconsci universali dell’uomo moderno. Nello stesso periodo, datata simbolicamente 1900, Freud pubblicava L’interpretazione dei sogni, opera rivoluzionaria con cui lo psicoanalista austriaco porterà alla luce l’esistenza dell’inconscio, una parte oscura della psiche umana che sfugge totalmente al controllo razionale; Arthur Schnitzler sbatteva in faccia alla società viennese tutto il suo marciume di ipocrisia nelle parole racchiuse in Doppio Sogno, tratteggiando l’illusorietà della realtà; Dora Kallmuss, prima fotografa donna del XX secolo, rivoluzionava i canoni ritrattistici della fotografia mostrando il piacere e la bellezza di esporsi naturali e libere dai corpetti.
Affrontare le proprie molteplici ambiguità, riconoscere l’inevitabilità della solitudine, esaltare la sessualità in quanto componente portante dell’essere umano: questi gli ideali espressi nelle opere d’arte di inizio Novecento, controcorrente rispetto al perbenismo imperante della borghesia dell’epoca, scandalizzata per l’affiorare in maniera manifesta di desideri-ossessioni faticosamente inabissati nella repressione delle etichette. Lo sguardo della Giuditta di Klimt, infatti, trasuda un’inebriata violenza sanguinaria che svela un travolgente desiderio erotico, mentre Schiele ritrae sé in molteplici modi, ora completamente nudo ora grottescamente deformato, sempre dolorosamente crudo. Le pulsioni, soprattutto (e sorprendentemente) quelle femminili, vengono liberate dalle catene del conservatorismo – la “donna nuova” è libera e prova desiderio sessuale tanto quanto l’uomo –, mentre l’Io viene frammentato in immagini non per forza coerenti tra loro: crollano le certezze della civile società borghese.
Klimt & Schiele è un variegato ritratto documentaristico di un’epoca che fece dell’innovazione la sua istanza, un coerente mosaico in cui si incastonano scorci di straordinarie biografie e di creazioni artistiche che rappresentarono, all’epoca, delle vere e proprie micro-rivoluzioni.
Consapevolezze e novità, queste, quali catalizzatori di quei grandi fenomeni culturali che travolgeranno il “secolo breve”, lasciando dietro di sé un mucchio di domande irrisolte a cui l’uomo contemporaneo non può dare risposta.
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