Bruxelles romantica, Bruxelles criminale
Gigi (Matthias Schoenaerts) e Bibi (Adèle Exarchopoulos) si imbattono l’uno nell’altra nei box di una gara di auto da corsa. Lei giovanissima, attraente e per di più astro emergente dell’automobilismo, lui magnetico, un po’ ruffiano e avvolto da quel fascino che porta guai. Ma Gino non è chi dice di essere: non vende auto, casomai le ruba. Quando la vita segreta di Gino inizia a deragliare, sono già troppo innamorati perché uno dei due possa tirarsi indietro. Bibi si trova, allora, a dover lottare per qualcosa di ben più importante di un primo posto sul podio.
Definito da My Movies come un “polar romantico”, Le Fidèle tende per fortuna più alla prima che alla seconda caratteristica: lo stile del regista, il belga Michaël R. Roskam (Bullhead, The Drop), mitiga il rischio di cadere nel languore alla Love Story. Il film è un mix di generi, dove gangster movie e melodramma sono fusi abilmente. Roskam lavora sulla tensione lungo tutto l’arco dello sviluppo narrativo, declinando in questo senso anche l’aspetto più romance della storia: ogni scena intima tra i due protagonisti è trattata come un potenziale piano su cui le carte – la vita segreta di Gino – posso essere scoperte da un momento all’altro.
Contro il tempo
Due elementi sembrano impregnare il film dall’inizio alla fine: velocità – di Bibi in pista, della folle passione che scoppia all’improvviso tra i due giovani protagonisti, del precipitare degli eventi dalla seconda metà del film in poi. E tempo, nemico contro cui Gigi e Bibi, ognuno a modo proprio, combattono una battaglia che, mano a mano, sembrerà sempre più difficile da vincere.
La coppia Exarchopoulos-Schoenaerts è esplosiva sullo schermo: restituisce alla perfezione il senso di un rapporto tanto travagliato quanto necessario come l’aria, per i due protagonisti. La forte componente di fisicità dei due attori trasmette la sensualità che contraddistingue la passione di un amore all’apice della sua forza.
Come in Bullhead, che fu candidato agli Oscar nella categoria Miglior Film Straniero nel 2012, anche qui Roskam adotta uno sguardo introspettivo sui suoi protagonisti, mossi da ragioni profonde che ne determinano il destino. Forse, in questo caso, il regista favorisce più il personaggio di Gino, lasciando allo spettatore l’impressione di una Bibi appena abbozzata.
Eterno ritorno
Schcoenaerts interpreta un rapinatore – e bugiardo – professionista, mettendo la sua fisicità al servizio di un personaggio che deve apparire, ad un primo sguardo, decisamente macho, ma che in realtà nasconde delle fragilità enormi. Insicurezze e un’infanzia difficile lo rendono una mina vagante, preda del suo impulsivo senso per la fuga. Fuga che diventa movimento centripeto verso Bibi dal momento in cui i due si incontrano.
Ed il film può riassumersi in quest’ultima immagine: un movimento incessante di due amanti l’una verso l’altro, fedeli alla loro passione fino alla fine. Sullo sfondo, una Bruxelles di ombre criminali e corruzione a più livelli, dove normalità e malavita convivono in un mélange dissonante, stranamente familiare a certe realtà italiane.
Una menzione speciale alla regia è doverosa: le scene d’azione sono girate in modo pulito e coinvolgente, come se ne vedono poche in un film di produzione europea.
Idealmente il secondo capitolo della crime trilogy dedicata da Roskam a Bruxelles, Le Fidèle è nelle sale italiane dal 6 settembre 2018.
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