L’amore per il cinema di genere è cosa nota per i fan storici dei Manetti Bros., la premiata coppia di registi che hanno trionfato agli ultimi David di Donatello con lo splendido Ammore e malavita. Sebbene infatti i due fratelli romani si siano fatti apprezzare dal grande pubblico con commedie dal sapore Seventies e serie tv di grande successo, come Il commissario Rex e L’ispettore Coliandro, l’horror resta la loro grande passione, nonché genere di punta dei loro primi progetti cinematografici. E la prima creatura della loro neonata società di produzione, la Mompracem, non poteva che essere “mostruosa”: The end? L’inferno fuori, è l’opera prima del giovane Daniele Misischia, collaboratore fisso dei Manetti dal 2013, uno zombie movie di grande originalità che non mancherà di solleticare la sete di sangue degli appassionati.

In una giornata lavorativa apparentemente normale, Claudio Verona, business man arrogante e maschilista, resta bloccato nell’ascensore del palazzo della sua società, rischiando di mancare alla riunione con un importante cliente. Riuscendo ad aprire un piccolo spiraglio tra le due metà della porta, Claudio assisterà impotente al massacro dei suoi colleghi e alla loro trasformazione in esseri spaventosi, dei veri e propri zombie famelici. Ma la sua prigionia forzata all’interno dell’ascensore potrebbe diventare l’unica via di sopravvivenza alla misteriosa epidemia che sta dilagando a Roma.

The end? L’inferno fuori, al di là di alcuni esemplari di cinema underground, rappresenta il grande ritorno, dopo lungo tempo, dello zombie movie italiano destinato al grande pubblico. A prescindere da alcuni evidenti richiami ai non-morti nostrani e americani – da Bava Jr. a Fulci fino al Maestro Romero –, il film si distingue per la sua unicità, grazie a una storia davvero singolare, dettagliata e ben scritta, con un sapiente dosaggio dei tempi narrativi e con un finale che non cade nella facile tentazione del citazionismo, in una Roma desolata e spettrale. Misischia dimostra inoltre una grande padronanza e disinvoltura nell’uso della macchina da presa e l’idea di girare quasi l’intero film all’interno dell’ascensore contribuisce a trasmettere allo spettatore il senso di impotenza e claustrofobia di cui è preda Claudio, interpretato da Alessandro Roja. Il protagonista, infatti, lontano dalle figure eroiche e ammiccanti del cinema d’azione americano, non è che un uomo normale, a tratti anche sgradevole, catapultato in una situazione spaventosa e surreale, totalmente privo di mezzi, risorse e vie di fuga, in grado di comunicare con l’esterno solo tramite cellulare. La sicumera di Claudio in qualità di uomo d’affari crollerà rapidamente lasciando spazio al panico ma dandogli, d’altro canto, la possibilità di fare un bilancio della propria vita, di riflettere sui suoi errori nei confronti della moglie Lorena – alla quale presta la voce Carolina Crescentini – di ritrovare gradualmente la forza per sopravvivere all’apocalisse e magari darsi una seconda chance.

I mostri purulenti di Misischia, in uscita il 14 agosto, si piazzano in un periodo relativamente tranquillo per le uscite cinematografiche e per gli afflussi di pubblico ma, come specificano i Manetti, non si tratta di una sfida bensì di un’opportunità per un film dal grande potenziale di sovvertire le regole classiche della distribuzione e di emergere senza temere la concorrenza dei vari blockbuster. Che The end? L’inferno fuori possa finalmente risvegliare dalla tomba il cinema horror italiano?

Denise Penna & Martina Ventura

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