I film di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi sono stati presentati nei più importanti festival internazionali, da Cannes a Venezia, da Toronto alla Berlinale, da Rotterdam a Torino alle Giornate del Cinema Muto. Retrospettive della loro opera sono state ospitate nelle maggiori cineteche del mondo (dalla Cinémathèque Française alla Filmoteca Española, dalla Cinemateca Portuguesa al Pacific Film Archive di Berkeley) e in musei come il MoMA di New York, la Tate Modern di Londra e il Centre Pompidou di Parigi.
Tra i luoghi che hanno ospitato le loro installazioni, citiamo almeno la Biennale di Venezia, la Fondation Cartier Pour l’Art Contemporain di Parigi, la Fundacio “La Caixa” di Barcellona, il Centro Andaluz de Arte Contemporaneo di Siviglia, il Mart di Rovereto, il Witte de With Museum di Rotterdam, il Fabric Workshop and Museum di Philadelphia, il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, il Museo d’Arte Contemporanea di Chicago, l’Hangar Bicocca di Milano, Documenta 14 a Kassel.
Sinossi:
Ogni giorno, da sempre, Angela tiene un diario, scritto e disegnato: fatti pubblici, privati, incontri, letture, tutto vi viene registrato. Anche il rapporto di due viaggi in Russia, 1989-1990. Cadeva l’URSS.
Diario su librini cinesi, sin da prima di Dal Polo all’Equatore (1986), del nostro ininterrotto lavoro sulla violenza del 900. Dai nostri tour negli Stati Uniti con i “Film Profumati” di fine anni ’70, all’Anthology Film Archive di New York, al Berkeley Pacific Film Archive…
Rileggo ora questi diari e rivedo il film-diario di tutti questi anni, sono rimasto da solo, dopo molti anni di vita e di lavoro d’arte insieme. L’ho portata sulle Alpi Orientali che amava e dove insieme camminavamo. Angela rivive per me nelle sue parole scritte a mano, con calligrafia leggera, che accompagnano i suoi disegni, gli acquarelli, i rotoli lunghi decine di metri.
Guardo i nostri film privati, dimenticati. Registrazioni che stanno dietro al nostro lavoro di rilettura e risignificazione dell’archivio cinematografico documentario.
La vita di ogni giorno, fatta di cose semplici, le persone vicine che ci accompagnano, la ricerca nel
mondo dei materiali d’archivio, un viaggio in Armenia sovietica con l’attore Walter Chiari.
Testimonianze che nel corso del tempo abbiamo raccolto.
È il mio ricordo di Angela, della nostra vita. Rileggo questi quaderni e ne scopro altri a me sconosciuti. Nuovi elementi nei suoi scritti ultimi e nei disegni: sulla Linea Gotica da bambina, in “prima linea”, nella Seconda guerra mondiale. La scuola d’arte con Oskar Kokoschka in Austria. Le pagine intorno a lui, Dresda. Sud Tirolo, la casa dove Mahler compone il “Canto della Terra”, il suo amore per Alma Mahler, la costruzione della bambola con le sue sembianze, l’ossessione dell’artista. I “bambini folli” di Angela nella scuola speciale che le fanno abbandonare l’arte per un impegno civile durato anni, al fine di aiutarli. Per poi tornare con forza al lavoro d’arte compiuto insieme.
Un ultimo rotolo privato contiene tutto il suo vissuto infantile, famigliare, pubblico.
Il mio sforzo. Rivedere l’insieme dei quaderni del Diario infinito di Angela e lo sguardo all’indietro dei nostri film privati, che accompagnano la nostra ricerca.
Il mio disperato tentativo di riportarla al mio fianco, di farla rivivere, la continuazione del nostro lavoro come scopo, missione attraverso i suoi quaderni e disegni, una sorta di mappa per l’agire ora, che ne contiene le linee direttrici e ne prevede la continuazione. Angela ed io abbiamo predisposto nuovi importanti progetti da compiere.
La promessa, il giuramento, di continuare l’opera.
Scrivi