Amati. Odiati. Spesso temuti. Sono i produttori cinematografici. Figure spesso viste in modo negativo ma da cui dipende tutta l’industria cinematografica, al punto tale da essere considerati quasi co-autori delle pellicole, al pari degli sceneggiatori e dei registi.
Il 22 giugno 2018 ha inaugurato, all’interno della 32esima edizione del festival Il Cinema Ritrovato di Bologna, la mostra Dream Makers che racconta la storia del cinema italiano proprio attraverso la figura storica dei suoi produttori storici più famosi.
All’interno della piazzetta coperta della Biblioteca Salaborsa l’installazione presenta due pannelli ben distinti. In quello esterno è possibile leggere le biografie dei più importanti produttori italiani del dopoguerra (Gustavo Lombardo, Alberto Grimaldi, Carlo Ponti, Dino De Laurentiis, Alfredo Bini, Franco Cristaldi…).
Nel secondo, quello interno, vengono presentati dei film-simbolo in cui la figura del produttore è stata fondamentale affinché il film potesse uscire nelle sale, una serie di exempla corredati da oggetti di scena e copioni originali con su scritti appunti, note, cancellature, sbavature… tutto ciò che c’è stato nella “vita” all’interno del set e dei vari uffici di produzione.
Come ad esempio Il Vangelo Secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, film che non avrebbe potutto realizzarsi senza la mediazione di Alfredo Bini contro la censura. O Lo chiamavano Trinità…, in cui proprio il produttore Italo Zingarelli ebbe l’intuizione di mettere insieme Carlo Pedersoli e Mario Girotti, creando così la celebre coppia Bud Spencer-Terence Hill.
Dream Makers ha il merito di rendere, per la prima volta, riconoscibile anche al grande pubblico una figura che in genere rimane nascosta e “dietro le quinte” di un film. Si tratta, inoltre, di una grande testimonianza storica di un’industria molto particolare che ha avuto il suo apice negli anni Sessanta e Settanta. Un’industria capace di coniugare esigenze commerciali (e quindi anche molti film di serie B) con il grande cinema autoriale (quello di Fellini, Antonioni, Bertolucci e del già citato Pasolini).
Una storia molto particolare all’interno della storia del cinema mondiale, quasi un unicum, tanto che la mostra è organizzata dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Anica e il fondo di archivi audivisivi AHRC in collaborazione con l’Università di Warwick, come primo tassello di un progetto di ricerca molto più grande e complesso chiamato Italian Producers Project. Il progetto di ricerca nasce appunto per studiare l’industria cinematografica del secondo dopoguerra, una realtà spesso piccola e locale ma capace, in quegli anni, di aggiudicarsi numerosi premi internazionali tra cui numerosi Academy Awards. In futuro saranno previste quindi altre collaborazioni con pubblicazioni ed eventi dedicati a questo tema.
Nel frattempo chi è interessato non deve perdere la visita a questa interessante mostra, visitabile fino al 16 settembre durante gli orari d’apertura della Salaborsa (con pausa estiva dal 30 luglio al 15 agosto compresi). Una bella occasione se siete in ferie e volete vedere qualcosa che unisca turismo e amore per il cinema!
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