Appuntamento dall’11 al 15 luglio a Pergola, in provincia di Pesaro-Urbino, con la terza edizione di Animavì, l’unico festival al mondo specificamente dedicato all’animazione poetica e d’autore.
Diretto da Simone Massi, figura chiave nel panorama dell’animazione contemporanea (i suoi lavori sono stati presentati, e spesso premiati, nel festival di tutto il mondo), Animavì si conferma anche quest’anno come un punto di riferimento per gli appassionati, che potranno scoprire opere provenienti da ogni latitudine – 16 i titoli del Concorso internazionale, in corsa per il Bronzo dorato, premio ispirato al gruppo scultoreo di epoca romana simbolo della città di Pergola – e incontrare i loro autori (tra le presenze già confermate: l’egiziana May Hassan, l’iraniana Shiva Sadeghasai, il polacco Tomasz Siwinski, il canadese Thomas Corriveau, il russo Andrew Katsuba e la belga Jasmijn Cedèe).
Al concorso internazionale si affianca il Concorso Scuola del libro di Urbino dedicato ad autori emergenti che il festival Animavì propone tutti gli anni, alternando il coinvolgimento delle sezioni Animazione e Fumetto della scuola del libro di Urbino. 8 i ragazzi in gara che concorrono per un premio speciale.
La giuria che decreterà il vincitore sia del concorso scuola che di quello internazionale, come tutti gli anni, è formata da personalità del mondo dell’animazione, del cinema e della poesia: l’attrice Alba Rohrwacher, il maestro dell’animazione italiana Manfredo Manfredi (disegnatore della sigla dell’indimenticabile Carosello, candidato all’Oscar per il cortometraggio Dedalo); e lo scrittore e poeta Franco Arminio, direttore artistico del Festival della paesologia “La Luna e i Calanchi” di Aliano.Ma Animavì non è solo animazione: come ogni anno, il festival vuole ringraziare e premiare, alcune personalità che con la loro opera hanno segnato il nostro immaginario: nasce così l’idea dei 4 Bronzi Dorati per l’arte Animata (al già citato Manfredo Manfredi, che ha voluto anche onorare il festival disegnandone il manifesto 2018), l’arte Teatrale (al “tesoro nazionale georgiano” Rezo Gabriadze, “straordinario artista-artigiano, magistrale architetto di un teatro di marionette letteralmente meraviglioso”), l’arte della Recitazione (a Roberto Herlitzka, “per la poesia attraverso la parola, arte particolare che l’ha contraddistinto ed elevato fra i più grandi attori del teatro e del cinema italiano”) e l’arte Poetica (assegnato a Franco Arminio, “cantore dei piccoli paesi sperduti e dello sparuto gruppo di persone, animali e cose che ancora si ostinano ad abitarli”).
A questi si aggiunge lo speciale Bronzo Dorato alla Carriera, riconoscimento assegnato in passato a Emir Kusturica e Aleksandr Sokurov, che a settembre, nel corso di una serata speciale, sarà consegnato a Wim Wenders, “universalmente riconosciuto come uno dei più grandi registi del nostro tempo, un poeta del cinema che, con la sua opera, ci accarezza il capo e sussurra parole di speranza”.
Tra gli altri ospiti speciali del festival, ricordiamo almeno Goffredo Fofi, protagonista di un incontro che non poteva avere titolo diverso: “Il sognatore resistente”; e Neri Marcorè, che l’8 luglio sarà protagonista di una sorta di “preludio” per raccontare un festival che – come spiega Simone Massi – “sta crescendo di anno in anno come un piccolo miracolo che prende corpo”
I film del Concorso internazionale:
Among the Black Waves di Anna Budanova (Russia)
Ispirato all’antica leggenda scandinava secondo la quale le anime delle persone annegate si trasformano in animali marini, il film segue un cacciatore che ruba la pelle di una ragazza-foca impedendole di tornare allo stato animale.
Toer di Jasmijn Cedée (Belgio/Olanda)
Una spensierata e astratta animazione dipinta a mano piena di energia. Una dedica alla corsa ciclistica su pista, dedicata a “Kuipke”, una pista in legno indoor di Ghent, Belgio, dove sin dal 1922 si tiene una gara della durata di sei giorni.
Folly di Thomas Corriveau (Canada)
Da un adattamento della pièce teatrale “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute: due personaggi si incontrano e si scontrano in una battaglia senza pietà. La storia si svela attraverso una profusione di disegni in bianco e nero, che richiamano alla mente un’incisione in movimento perpetuo. Dei brevi gesti vengono ripetuti in loop fino alla nausea. Ossessivo ed ipnotico.
My heart is not here di Pieter Coudyzer (Belgio)
“Il mio cuore non è qui” fa parte di una serie di brevi film dipinti che vogliono visualizzare concetti semplici. In questo film in particolare vediamo un uomo che dorme passare da un mondo all’altro. La colonna sonora è firmata dal celebre compositore estone Arvo Part.
A Story of refugee di May Hassan (Egitto)
Sostenuta dalla voce fuori campo di un rifugiato siriano, una breve e toccante animazione disegnata a mano, caratterizzata da un tratto essenziale, giallo su fondo scuro, e repentini cambi di prospettiva.
Inner Light di Andrew Katsuba (Russia)
In un mondo di luce il bimbo non sembra avere un posto, perché per lui questa luce significa sofferenza e dolore. Il ragazzo viene costretto a lasciare la sua casa di nuovo. Nel mondo della luce lui è come un’ombra, cerca disperatamente di evitarla perché questa luce per lui è dolore. Nonostante tutto non può evitarla – i ragazzini brillanti che giocano a palla lì vicino lo notano…
Nothing Happens di Uri Kranot, Michelle Kranot (Danimarca/Francia)
Il film esplora un diverso tipo di narrativa, è un’esperienza cinematografica e di realtà virtuale che invita lo spettatore a partecipare e a scegliere la propria prospettiva, fino ad essere assorbito in un singolare universo fatto di neve, uccelli neri, poesia.
The Umbrella di Xin Li (Cina)
Non è mai facile per un padre dire addio alla propria figlia. Il giorno del suo matrimonio lui cede sua figlia con la sua protezione…
Realizzata con la complessa tecnica della pittura a olio su vetro.
Airport di Michaela Müller (Croazia/Svizzera)
Michaela Müller dipinge su vetro con l’acquerello, una pittura che si presta a metamorfosi ardite e ad un utilizzo sorprendente del colore. Lo sguardo in soggettiva fa immergere lo spettatore nella massa anonima e oscura di persone e carrelli, da cui vengono presi solo volti occasionali. Le figure si mutano perfettamente negli oggetti e viceversa.
Quindi tutto sembra scorrere e ci trascina in un flusso oscuro che ci lascia senza fiato, un po’ come i passeggeri che hanno appena preso il volo.
And the moon stands still di Yulia Ruditskaya (Bielorussia/Germania/Usa)
Liberamente ispirato alla fiaba di Aleksey Tolstoy “The Witcher”. Un cortometraggio cupo, inquieto e privo di dialoghi: la presenza della luna influenza tutti quanti con il suo bagliore. Il film esplora il ciclo lunare e le energie invocate dalla sua radiosità.
Maned e Macho di Shiva Sadegh Assadi (Iran)
Gli istinti e le emozioni represse di una giovane ragazza si incarnano in animali che escono dai suoi sogni. Nessuno dei suoi familiari, però, si accorge di questi animali.
Moczarski’s case di Tomasz Siwinski (Polonia)
La storia di Kazimierz Moczarski – un famoso giornalista polacco, un ufficiale della Resistenza nella Polonia occupata durante la Seconda Guerra Mondiale, autore del libro “Conversazioni con un boia”. Il film racconta in modo metaforico la storia della sua vita e il suo incontro con un generale nazista – Jurgen Stroop – il liquidatore del ghetto di Varsavia.
My Mum’s Bonkers di Naomi Van Niekerk (Sud Africa)
Il film racconta la perdita della madre e la relazione imperfetta tra una figlia e un bambino. Ispirato al poema eponimo di Goosen, recitato dalla celebre attrice sudafricana Eliza Cawood, sull’aria O mio babbino caro dell’opera Gianni Schicchi di Puccini, nella leggendaria performance di Maria Callas del 1955.
Untamed di Juliette Viger (Danimarca)
Sally, una quindicenne introversa, vive e sostiene il suo padre-lupo nella città di New York dove il Lupo scivola sempre di più nel suo mondo selvaggio. Sally si ricorda l’uomo che suo padre era, un brillante e talentuoso trombettista. Dove è finito suo padre? Lo si può ancora trovare all’interno del Lupo?
A Daybreaker di Luan Xing Quan (Cina)
Su un autobus un vecchio, sorprendentemente, incontra se stesso da giovane. L’amarezza dell’uno fa da contraltare allo smarrimento dell’altro, fino al sorgere del sole, quando i sogni svaniscono ed è un nuovo inizio.
Oh Mother! di Paulina Ziolkowaska (Polonia)
Una madre e un figlio si scambiano continuamente di ruolo e di posto: in certi momenti la madre è un’adulta, in altri il figlio cresce e si prende cura di una madre divenuta improvvisamente infantile.
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