Presentato in anteprima al Future Film Festival di Bologna, Unsane è sicuramente una delle sorprese migliori dell’anno pur essendo, a tutti gli effetti, il più “tradizionale” dei film presentati.

Steven Soderbergh, regista tra i più sperimentali e innovativi della sua generazione, decide di cimentarsi in un film girato interamente con un Iphone 7. Se l’idea in fondo non è così nuova come può sembrare (esperimenti del genere con tecnologie a basso costo sono già stati fatti in passato, uno su tutti il noto Blair Witch Project realizzato con cineprese amatoriali) è il particolare utilizzo del mezzo a rendere veramente interessante questo film.

Come annunciato dall’introduzione alla proiezione fatta da Oscar Cosulich, direttore del festival, si tratta di un film “sintomatico” per questa particolare edizione del FFF. Un’edizione che guarda al futuro ma, allo stesso tempo, al passato del cinema, come due piani inscindibili tra loro. Si tratta di una vera e propria dimostrazione del fatto che guardare al futuro non significa necessariamente cercare il “nuovo” (l’ultimo ritrovato della tecnica, l’ultima app digitale…) ma sfruttare al meglio il potenziale che la tecnologia del presente già offre (Oscar Cosulich).
Così, anche un semplice Iphone (con tutto che gli ultimi modelli non hanno nulla da invidiare alle macchine da presa professionali) può risultare efficace per raccontare una storia medical-thriller che si presenta fin da subito come esperienza claustrofobica e disturbante per lo spettatore.

La storia, infatti, ha come protagonista Sawyer Valentini (Claire Foy), un’ex infermiera vittima di paranoie e manie di persecuzione causate da una precedente esperienza traumatica con uno stalker che la infastidiva. Le sue paranoie la portano a crisi nervose e depressione così che Sawyer è costretta ad essere internata a forza in una struttura psichiatrica. Sembrerebbe il posto più sicuro al mondo, ma in realtà anche questo luogo si rivela essere alquanto pericoloso per la sua salute mentale. Soprattutto perchè Sawyer crede di riconoscere in uno degli infermieri proprio lo stalker che la perseguita, ma nessuno sembra crederle. Semplice paranoia o un pericolo reale?

Il film gioca tutto sulle possibilità che le riprese da Iphone 7 permettono: i numerosi campi e controcampi tra i personaggi, le riprese in notturna e le inquadrature perfettamente orizzontali ma, allo stesso tempo mosse e sgranate, rendono l’ambiente intorno a Sawyer straordinariamente inquietante e calustrofobico, con la sensazione continua di un pericolo imminente.  La fotografia cupa che pervade tutta la pelliclla è sicuramente il punto di forza così come il montaggio alternato e schizofrenico che ricalca esattamente la follia che pervade la protagonista.

Per quanto riguarda la trama in sé Unsane risulta abbastanza prevedibile nel suo svolgimento (ma non per questo banale). È ovvio che l’attenzione è data principalmente dall’uso degli effetti visivi e dal montaggio che mettono però in secondo piano tutto il resto. Ma si tratta, per fortuna, di un difetto secondario rispetto alla straordinaria interpretazione di Clayre Foy che regala un personaggio veramente interessante, che tratta una tematica quantomai attuale e necessaria. Ottime anche le interpretazioni dei comprimari (Joshua Leonard e Juno Temple su tutti) incluso un simpatico cameo di Matt Damon che riesce, per un momento, a smorzare il tono, prettamente drammatico, con una vena di black humor.

Il film che inaugura la ventesima edizione del FFF si caratterizza perciò con una buona dose di tradizionalità che risulta però innovativa proprio perchè contro l’uso di effetti speciali più “invasivi” ma pechè cerca invece di servirsi della tecnologia giusta per creare emozione e suggestione. Il che rappresenta perfettamente il vero scopo per cui dovrebbero essere utilizzate tali tecnologie al cinema. Una vera e propria lezione di regia e montaggio che il regista di Atlanta regala agli amanti del genere horror e thriller.

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