Uscirà nelle sale italiane il 31 Maggio “L’arte della fuga” opera seconda di Brice Cauvin e distribuito dalla Kitchenfilm solita nel contesto, alle scelte fuori dal mercato ufficiale, ai prodotti ricercati che con il lancio di questo film affronta forse per l prima volta un’opzione più “concorrenziale”.

Gérard, Antoine e Louis sono tre fratelli che vivono un particolare periodo delle loro vite: Gérard non è ancora rassegnato alla fine del suo matrimonio, depresso e disoccupato trova rifugio occupandosi del negozio di abbigliamento di famiglia, Louis il più giovane, bello e in carriera ha una futura moglie bellissima e molto amata dai genitori ma si innamora di un’altra donna a Bruxelles dove vive per lavoro. Antoine ama ormai da dieci anni il suo compagno Adar psicologo dalla personalità mite e remissiva che vuole comprare una casa nella periferia di Parigi. Spento dall’ idea della nuova abitazione, in Antoine inizia ad alimentarsi un conflitto interiore, una melanconia che cerca di colmare anche incontrando un suo ex e cercando la compagnia della sua collega e amica Ariel (Agnès Jaoui che collabora anche alla sceneggiatura del film) l’unico personaggio fuori dalla famiglia che non ne obbedisce alle regole affettive ma anzi le ostacola con la sua brama e voracità.

Fratelli molto diversi tra loro ma altrettanto uniti che subiscono e condividono le proprie frustrazioni e fragilità che si intersecano nella dinamica del nucleo familiare caratterizzato e influenzato da una guida matriarcale arguta ma ancora troppo ingombrante che vuole vedere a tutti costi sereni e stabili i propri figli.

La svolta delle tre circostanze emotive conducono melanconicamente lo spettatore nella dicotomia del rimorso e del rimpianto, il conflitto tra la voglia di evasione e di leggerezza di Antonie, la passione e il temperamento di Luois, la fragilità e l’insicurezza di Gerard; compongono questa commedia dei sentimenti mai esasperati e mai banali, dove l’arte della fuga può fare o non fare il suo compimento.

Adattamento “libero e fedele” come lo stesso autore del romanzo lo definisce, l’americano Stephen McCauley  prende parte alla sceneggiatura del film che è stato presentato per la prima volta al festival di San Francisco come ha precisato Cauvin in conferenza stampa, sottolineando il lavoro fatto per rielaborare i personaggi di una famiglia americana nella cultura francese, lavoro che  ha messo sicuramente in risalto la formazione linguista del regista, interessato in particolar modo al linguaggio del cinema, peculiarità che molte volte lo ha portato a collaborare alla scrittura di varie sceneggiature.

Cauvin in conferenza stampa si definisce sul set un direttore d’orchestra, sceglie infatti un titolo che dialoga con la musica e la scelta dei brani reinterpretati sulle musiche delle fughe è compiuta per descrivere “ambiguità e contraddizione” delle situazioni e ammette di aver pensato alle sue tre sorelle per la costruzione dei personaggi sottolineando il soggetto principale del film, la famiglia, che sarà anche quello del suo prossimo film, costruito su tre generazioni.

Impegno molto accurato anche della scenografia nella riproduzione degli ambienti.

Ambra Pelliccia

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